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A Magenta la Madonna che anticipò Lourdes

A Magenta la Madonna che anticipò Lourdes

Un affresco risalente al XIX secolo, situato all’interno di un’antica corte della città, racconta l’apparizione e la profezia della Madonna di La Salette a due pastorelli, avvenuta in un paesino del Sud-Est della Francia 12 anni prima di Lourdes

di Alice Politi e Sara Garanzini

Tra le numerose apparizioni della Madonna avvenute nel corso dei secoli, ve n’è una che non gode forse della medesima popolarità di altre ben più note, ma il cui culto si tramanda ugualmente sul territorio francese e italiano anche attraverso iscrizioni e testimonianze artistiche.

La Madonna di La Salette anticipa di 12 anni l’apparizione avvenuta a Loudes nel 1858 ed è il simbolo di un incontro avvenuto tra la madre di Cristo e due pastorelli nell’omonimo paesino situato in una regione delle Rhône-Alpes, nel sud-est della Francia.
La sua storia, a Magenta, viene narrata e ricordata attraverso un dipinto murario posto sulla facciata di un’abitazione all’interno di un’antica corte privata del centro storico cittadino, situata nel vicolo Santa Teresa.

Tale affresco è il frutto di ciò che rappresentava la comunicazione attraverso le immagini nei secoli scorsi, quando «La facciata non era una superficie passiva, muta, silenziosa, come oggi», evidenzia Eugenio Mario Guglielmi nel libro L’arte del sacro – Manifestazioni popolari e culto del territorio di Magenta, di cui è curatore. «L’affresco nasceva come propiziatorio (il Santo preferito, la Madonna, ecc.), didascalico o celebrativo. Molte volte le immagini venivano sostenute da frasi di particolare effetto, rivolte ai “viatori”, come memento, confermando il segno di una religiosità popolare che “nasceva dal basso”, lontana dai colti itinerari delle gerarchie ecclesiastiche».

Il dipinto che si trova in via Santa Teresa

COSA SAPPIAMO SULL’AUTORE DEL DIPINTO DI VIA SANTA TERESA
Nel caso del dipinto nella corte di via Santa Teresa non è noto l’autore, ma l’ipotesi è che si sia trattato di un soldato francese “ricoverato” all’interno dell’antica struttura nel 1859, (presumibilmente adibita a ospedale da campo per i feriti durante i giorni della Battaglia), il quale, una volta guarito, avrebbe lasciato come ex voto, nonché ricompensa per chi lo aveva accolto e curato, un affresco della Madonna quale segno di buon auspicio per un rigoglioso raccolto, accompagnandolo nella parte superiore da un’iscrizione che molto probabilmente riportava alcuni versi di una preghiera dedicata alla Vergine.

COSA ACCADDE A LA SALETTE NEL 1846
La storia dell’apparizione della Vergine a La Salette è strettamente legata alla vita dei campi, alla prosperità dei raccolti e alla protezione dalle carestie.
Avvenne il 19 settembre 1846: la Madonna apparve a due ragazzini che portavano a pascolare le loro mucche, Massimino Giraud e Melania Calvat, rispettivamente di 11 e 14 anni.
Ai loro occhi, la Signora è in lacrime, seduta sopra un sasso, ed è vestita come le donne del loro villaggio, con un abito che le scende fino ai piedi, uno scialle, una cuffia sulla testa, un grembiule annodato attorno ai fianchi. La cuffia, l’orlo dello scialle e i piedi sono ornati da ghirlande di rose e accanto alle rose dello scialle è visibile una pesante catena, mentre al petto porta un crocifisso con ai lati un paio di tenaglie e un martello. La sua figura è avvolta da un bagliore, emanato dal crocifisso che porta al collo, mentre sulla fronte splende una luce simile a un diadema.

IL MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Vergine affida ai pastorelli un messaggio con l’incarico di «farlo sapere a tutto il suo popolo» e si rivolge a Melania e Massimino dicendo, secondo quanto trascritto: «Avvicinatevi, figli miei non temete: sono qui per annunciarvi un grande messaggio. Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciare libero il braccio di mio Figlio. Esso è così forte e pesante che non posso più sostenerlo».

Poi prosegue: «Coloro che conducono i carri non fanno che bestemmiare il Nome di mio Figlio. Queste sono le due cose che appesantiscono tanto il braccio di mio Figlio. Se il raccolto si guasta, la colpa è vostra». Quindi, aggiunge: «Ve l’avevo dimostrato l’anno passato con le patate: voi non ci avete fatto caso. Anzi, quando ne trovavate di guaste, bestemmiavate il Nome di mio Figlio. Esse continueranno a marcire e quest’anno, a Natale, non ve ne saranno più».

Secondo quanto raccontato dai due pastorelli, la Vergine parla prima in francese, poi usa il dialetto locale, per sottolineare che: «Se avete del grano, non seminatelo. Quello seminato sarà mangiato dagli insetti e quello che verrà cadrà in polvere quando lo batterete. Sopraggiungerà una grande carestia. Prima di essa, i fanciulli sotto i sette anni saranno colti da tremito e morranno tra le braccia di coloro che li terranno. Gli altri faranno penitenza con la carestia. Le noci si guasteranno e l’uva marcirà. Se si convertono, le pietre e le rocce si muteranno in mucchi di grano e le patate nasceranno da sole nei campi. Fate la vostra preghiera, figli miei?».
Dopo di che, prima di scomparire nel cielo, al di sopra del Mont-sous-les-Baisses, la Vergine rivela a ciascuno dei due fanciulli un segreto.

LA PROFEZIA E LA «RILETTURA» SCIENTIFICA
Il messaggio della Vergine, come evidenziato sul sito web Aleteia.org, parla di una profezia che si è realmente avverata. La Madonna, infatti, rammenta ai ragazzi che l’anno precedente, il 1845, le patate erano marcite e profetizza che avrebbero continuato a marcire al punto che a Natale non ce ne sarebbero più state. Lo stesso sarebbe avvenuto per il grano e l’uva, aggiungendo che vi sarebbe stata una grande carestia.
Nel 1845, in effetti, un fungo, individuato nella Phytophthora infestans, aveva iniziato a distruggere i raccolti di patate, l’alimento principale della popolazione. I contadini avevano piantato semi infetti anche l’anno seguente, quello dell’apparizione, per cui tutto il raccolto andò in rovina, un fenomeno che non fu circoscritto alla Francia ma si estese a tutta l’Europa.

Le ragioni di quell’epidemia vengono studiate ancora oggi. In un articolo pubblicato sulla rivista Le Scienze, si legge che, dal 2001 al 2004, alcuni studiosi della North Carolina State University hanno effettuato l’analisi del DNA di alcune foglie di piante di patate risalenti a 150 anni fa, conservate dal tempo della carestia, scoprendo che la Phytophthora infestans che contagiò l’Europa è di una varietà diversa da quella allora ritenuta responsabile.

Come profetizzato dalla Vergine, stessa sorte era toccata all’uva. Testimonianza singolare, a questo proposito, è quella dello storico Vittorio Messori, il quale spiega: «Sono andato a studiare cosa successe all’uva in Francia dopo il 1846 e ho scoperto cose incredibili. L’anno dopo le apparizioni, fece la sua comparsa un fungo parassita che aggredisce l’uva, spargendo una malattia detta “oidio”. Si tratta di una malattia della vite che mai si era vista in Francia prima di allora».

Oggi, a La Salette, sorge un santuario che è meta di pellegrinaggi e che venera la Madonna quale “riconciliatrice dei peccatori”.

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