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Inaugurato l’Ambulatorio di Comunità “Elena Sachsel”

Inaugurato l’Ambulatorio di Comunità “Elena Sachsel”

A Magenta una struttura per curare italiani e stranieri in situazioni di grave fragilità sociale

Magenta si conferma una città solidale dal cuore grande, dove una comunità forte e coesa riesce a garantire un aiuto concreto a chi è rimasto indietro, a chi vive situazione di grave fragilità sociale. Domenica 26 marzo 2017 è stato inaugurato l’Ambulatorio di comunità dedicato alla memoria della dottoressa “Elena Sachsel”, per anni impegnata nel sociale al servizio dei più deboli e dei poveri. La struttura si trova all’interno del Centro Paolo VI (via San Martino, 11).

Questo progetto è stato presentato dall’associazione “Non di Solo Pane” presieduta dal parroco Giuseppe Marinoni, il quale ha rilevato che «nasce con il desiderio di accogliere chi è in difficoltà per accompagnarlo in un percorso di cura della salute e per educare alla prevenzione. È un modo per prenderci cura dell’altro».
È il secondo atto concreto dell’associazione che, nel febbraio 2016, ha attivato il Refettorio di comunità “San Francesco” (via Moncenisio, 29), dove per cinque sere a settimana offre gratuitamente la cena a chi ne ha bisogno.

La crisi economica sta creando nuove povertà e una sempre più diffusa fragilità sociale. E proprio con l’intento di prendersi cura della salute delle persone in difficoltà, l’associazione ha attivato il progetto dell’Ambulatorio di comunità.

«Con l’attività del refettorio abbiamo incontrato tante persone in situazioni di disagio. – ha aggiunto Aurelio Livraghi, vicepresidente dell’associazione e referente della Caritas – Un disagio che non si limita all’aspetto della povertà materiale o della mancanza di lavoro, ma spesso è anche sanitario e psicologico. Sono emerse tante situazioni altrimenti “invisibili”.
Il 60% degli ospiti del refettorio è costituito da cittadini italiani: molte persone, pur potendo accedere al Servizio sanitario nazionale, di fatto non vi si rivolgono. Per povertà culturale, per difficoltà nel capire dove indirizzarsi».

Un crescente numero di cittadini italiani e stranieri si trova a vivere in condizioni di precarietà, che mettono a rischio anche la loro salute. All’ambulatorio potranno rivolgersi persone in stato di indigenza grave, famiglie dei migranti, persone senza fissa dimora e, più in generale, soggetti che vivono situazioni di disagio sociale, economico e culturale, che incontrano ostacoli nell’accesso ai servizi istituzionali preposti. Si tratta di persone ad alto rischio di morbilità e mortalità, o in condizioni di salute visibilmente precarie e spesso misconosciute.

«Gli utenti saranno inviati dalle diverse realtà sociali con cui lavoriamo in rete. – ha detto il medico Vittorio Lanzetti – Saranno accolti da una figura amministrativa e da una figura infermieristica. Dopo una visita medica generale, sarà creata una cartella con la storia medica personale. Questo potrà portare, laddove necessario, a un intervento medico vero e proprio e prescrizioni formali».

Inoltre, sarà costituita una farmacia interna, grazie alla collaborazione con il Banco Farmaceutico, i medici di base e le famiglie. Dati e cartelle personali saranno gestiti con un applicativo informatico fornito dalla società Best Soft di Milano.

Al progetto finora ha aderito una settantina di volontari, tra questi: 20 medici, infermieri, caposala in pensione, mediatori culturali e semplici cittadini pronti a fare la propria parte. Tra le attività dell’ambulatorio, infatti, ci sarà anche l’attenzione all’educazione sanitaria, con corsi rivolti in particolare a donne di origine straniera. Presteranno la loro opera a titolo gratuito, con una presenza variabile secondo la funzione svolta.

«Abbiamo trovato un’importante sponda con l’Azienda di Tutela della Salute di Milano Città Metropolitana (ATS)», ha rilevato il medico Giorgio Cerati spiegando che «i servizi offerti dall’ambulatorio consentiranno di ridurre gli accessi impropri al Pronto Soccorso. La collaborazione con ATS sarà importante anche per quanto riguarda gli aspetti epidemiologici e della presa in carico».

L’obiettivo dell’ambulatorio è rafforzare i percorsi di collaborazione con enti pubblici e privati, anche stipulando accordi o convenzioni qualora se ne evidenziasse la necessità.
L’accesso ai servizi dell’ambulatorio avverrà attraverso segnalazioni di realtà sia del volontariato sia istituzionali. Il territorio interessato sarà quello del decanato di Magenta.
Saranno eseguiti, se necessario, interventi di primo soccorso in caso di episodi febbrili, piccole ferite, riacutizzazioni bronchiali, e per tutte quelle patologie normalmente assimilabili ai codici bianchi del Pronto Soccorso.

L’Ambulatorio di comunità nasce in rete con le istituzioni pubbliche e le realtà del privato sociale del territorio: l’Ufficio di Piano Sociale di Zona del Magentino, la Caritas di Magenta, le due Conferenze di San Vincenzo, il Banco solidale, la Casa d’accoglienza “Maria Rosa Oldani”. Per informazioni: tel. 0297290821, email: info@nondisolopanemagenta.it.

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  • Roberta
    29 Marzo 2017, 13:50

    Ancora una volta si torna a parlare di Elena Sachsel, grande donna e grande medico del Magentino che al primo posto ha sempre messo i più deboli. Anche questo ambulatorio è un frutto dei quanto lei ha seminato in passato.

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