L’ONU ha presentato un piano per incentivare e stimolare i governi a puntare su una mobilità a piedi o in bici. E in Italia? Le iniziative ci sono
In tutto il mondo, molte persone si affidano alla pratica salutare di camminare e muoversi in bici per i loro spostamenti. Molti altri iniziano e concludono ogni loro viaggio quotidiano a piedi. Tali “trasporti accessibili” offrono enormi benefici sociali, economici e ambientali per le aree urbane e rurali. Ma molte di queste persone rischiano la vita ogni volta che viaggiano. Più di un quarto dei morti in incidenti stradali sono pedoni; un numero in costante aumento a causa di una drammatica mancanza d’investimenti. In effetti, i trasporti hanno conseguenze enormi per tutti, compresi conducenti, ciclisti e pedoni. Per esempio, il trasporto genera circa un quarto di tutte le emissioni di CO2 ed è il fattore che contribuisce maggiormente alla crescita dei gas serra. Inoltre, alimenta l’inquinamento atmosferico che sta uccidendo sette milioni di persone l’anno, incrementando malattie e problemi di salute.
“Poiché stiamo continuando a crescere fino a toccare quota nove miliardi, dobbiamo progettare la mobilità per le persone anziché per le nostre automobili”, spiegano le Nazioni Unite. Ed è proprio la sezione ambientale dell’ONU ad aver lanciato già nel 2008 il programma Share the Road in collaborazione con la FIA Foundation for the Automobile and Society. Insieme sostengono i governi e le altre parti interessate nel lavorare verso questa visione, concentrandosi in particolare sulla necessità di investire nelle infrastrutture pedonali e ciclabili. Da pochi giorni ha pubblicato un report dedicato allo stato dell’arte nel 2017.
Sostenere la mobilità a piedi e in bici
“Non vi è alcun dubbio sull’importanza della sfida globale di affrontare il cambiamento climatico causato dall’uomo, i problemi della qualità dell’aria e la scarsa sicurezza stradale; e in particolare il ruolo svolto dai trasporti. Con un parco auto globale che si prevede triplicherà da qui al 2050 occorre trovare un modo per conciliare il bisogno di maggiore mobilità con un’ambiziosa riduzione di CO2 insieme a una migliore qualità dell’aria e alla sicurezza stradale. La buona notizia è che sono disponibili soluzioni in grado di contribuire a invertire la tendenza negativa e compiere rapidi progressi verso una maggiore sostenibilità dei trasporti”. Parte della soluzione è la transizione verso una mobilità davvero sostenibile, come possono esserlo proprio gli spostamenti a piedi e in bicicletta.
L’obiettivo di Share the Road Program, spiega UN Environment, è fornire un sostegno a chi governa nel prevedere investimenti sistematici nel trasporto non motorizzato come una delle principali soluzioni sostenibili alle sfide globali dei trasporti, che riguardano l’ambiente, la sicurezza stradale e l’accessibilità.
Dall’ONU all’Italia
Il piano c’è e prevede anche degli obiettivi. Ma restringendo il campo all’Italia qual è la situazione? Non molto incoraggiante a livello statistico: secondo il rapporto L’A BI CI sull’economia della bici in Italia e sulla ciclabilità nelle città italiane, a cura di Legambiente, Velo Love e Grab+, se in tutta Italia crescono le piste ciclabili, non cresce la ciclabilità.
“Tra il 2008 e il 2015, le infrastrutture riservate a chi pedala nelle città capoluogo sono aumentate addirittura del 50%, mentre nello stesso periodo la percentuale di italiani che utilizzano la bici per gli spostamenti è rimasta immutata: era il 3,6% nel 2008 ed era ancora il 3,6% nel 2015”.
Eppure, gli esempi che qualcosa stia cambiando o si voglia cambiare ci sono. La prima buona notizia proviene dalla FIAB (Federazione italiana amici della bicicletta) che ha lanciato la prima edizione di ComuniCiclabili consegnando 39 nuove bandiere gialle della ciclabilità italiana e vedendo salire a 69 i Comuni insigniti del riconoscimento di FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta in 16 regioni. Giusto per citare quelle della Lombardia accanto a capoluoghi come Brescia, si segnalano Comuni di dimensione ben più limitata come: Borgarello (Pavia); Sulbiate (Monza Brianza); Cassina de’ Pecchi, Cernusco sul Naviglio, Cinisello Balsamo e Segrate (Milano). Certo c’è ancora molto da fare come conferma anche un recente sondaggio in Friuli Venezia Giulia, dove il 77% del campione (1200 persone) usa l’auto o lo scooter per andare al lavoro, e solo il 6% va in bici. Ma i cittadini hanno segnalato che sarebbero pronti a cambiare le loro abitudini se si lavorasse a creare più piste ciclabili.
Va invece decisamente meglio se si guarda alle abitudini degli universitari: stando a un’indagine svolta su 70 mila studenti di ateneo, il 61% di loro preferisce muoversi a piedi, in bicicletta e con i mezzi pubblici: gli studenti universitari preferiscono muoversi così. Si tratta della prima Indagine nazionale sugli spostamenti e la mobilità condivisa nelle Università promossa dal Coordinamento nazionale dei mobility manager di ateneo con il supporto della RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile) e il coordinamento scientifico dell’Università di Milano-Bicocca.
Tra bike sharing e app virtuose
C’è poi il bike sharing che sta prendendo piede, spinta anche da grandi realtà cinesi come Mobike. Anzi proprio questo servizio di bike sharing a free flow (flusso libero) lo scorso mese è approdato a Cremona, che è divenuta così la prima città al mondo sotto i 500mila abitanti a contare su questo tipo di modalità di condivisione della bici, oltre a essere la seconda città della Lombardia ad ospitare questa nuova modalità di spostamento.
Infine, segnaliamo anche l’aiuto che può fornire la tecnologia. Uno dei casi più recenti riguarda Jojob Bici e Piedi: si tratta del primo progetto in Italia per promuovere gli spostamenti lavorativi in bici o a piedi in cambio di sconti e promozioni. Promosso da un’azienda di car pooling aziendale è un’iniziativa che punta alla mobilità sostenibile. Tramite un’app i lavoratori possono certificare i loro movimenti virtuosi, permettendo così di beneficiare di sconti e promozioni per il loro tempo libero. A “vigilare” sulla certificazione dell’effettivo spostamento green è il sistema di tracciatura Gps.
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