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Giovani a Magenta: parla don Emiliano

Giovani a Magenta: parla don Emiliano

Il responsabile giovani della Comunità Pastorale magentina riflette sul momento e guarda verso l'estate

La dimensione spirituale e relazionale non si è persa tra giovani e giovanissimi, malgrado la pandemia e le conseguenze. Si veda l’esperienza “estrema” vissuta in provincia di Varese, dove in un oratorio 22 giovani tra i 16 e i 18 anni hanno vissuto insieme in oratorio, dopo i necessari tamponi preliminari, in una sorta di “bolla” per due settimane senza postare nulla sui social, tra sport e preghiera, studio e tempo libero passato con gli amici alla vecchia maniera, quando la pandemia non esisteva.

Senza andare così in là, anche a Magenta si sono sperimentati momenti di spiritualità e di relazioni e si continuano a proporre occasioni di incontro – quando possibile in presenza, in zona rossa solo in modalità virtuale. Lo racconta don Emiliano Redaelli, responsabile giovani della Comunità Pastorale magentina: «malgrado tutto, diversi ragazzi hanno risposto in maniera convinta alle proposte della Settimana Santa: dalla Messa in Coena Domini in S. Famiglia, alla preghiera il venerdì mattino alle 6, alla “staffetta” di preghiera il sabato mattina, sono stati momenti vissuti in maniera piena e convinta».

Giovani e adulti al confessionale: il momento difficile raccontato in prima persona

Al confessionale, non sono emersi particolari disagi da parte di giovani e giovanissimi. «Tuttavia, va detto, quelli che sono venuti stanno seguendo già un percorso, quindi non sono lasciati soli, partecipano ad attività oratoriali – ammette il sacerdote – Questo lo voglio comunque vedere come un segnale positivo e di speranza: giovani e giovanissimi, se impegnati in un cammino (oratoriale, ma potrebbe valere anche civile o sportivo) reagiscono meglio alle difficoltà. Non così invece, gli adulti al confessionale: in questo caso angosce e disagio si sono sentiti in maniera significativa durante il momento della riconciliazione».

Di certo, questa situazione difficile vissuta tra gli adulti e gli anziani, diversi dei quali sono genitori e nonni, si potrebbe riflettere poi tra le mura domestiche. E a pagarne le conseguenze sono anche i figli. «Il mio pensiero va a quei ragazzi esclusi, che non partecipano né alle occasioni in presenza né a quelle online, quelli che all’oratorio trovavano un luogo di riferimento», afferma don Emiliano.

Giovani a Magenta: si guarda all’oratorio estivo

In ogni caso si vuole guardare avanti. All’oratorio estivo, per esempio, che ha già un titolo e uno slogan, ma occorre ancora capire quale sarà la normativa di riferimento. «La nostra intenzione è comunque quella di cominciare a breve a sondare le disponibilità dei volontari, poi valuteremo se l’edizione 2021 dell’oratorio sarà improntata più a quella dell’anno scorso oppure più vicino alle edizioni passate pre Covid-19. Di certo potremo e vorremo contare su una partecipazione di volontari adulti per organizzare al meglio le attività in sicurezza. La speranza è poter rivedere giovanissimi e giovani».

Intanto, giovedì 15 aprile torna la Sera di Emmaus, dalle ore 20 in basilica. Un momento di preghiera e di meditazione silenziosa, che spesso ha visto la partecipazione giovanile. Ma non mancano anche le proposte settimanali di incontro web (per ora via Zoom, ma presto in presenza) per adolescenti e preadolescenti. Le proposte non mancano mai, anche se tutto diventa più complesso con la necessità di distanziamento.

Un messaggio ai giovani: apritevi al mondo

Che messaggio è possibile trasmettere ai ragazzi? «Non chiudetevi a livello sociale, ma cercate nel limite del possibile di mantenere i rapporti con gli amici, di coltivare relazioni, di vivere delle esperienze e passioni concrete. Non c’è solo l’oratorio, anche se mi fa piacere contare su una folta presenza di ragazzi, ma nel caso sono altrettanto importanti anche altre attività – sportive, culturali, di impegno civile – che possono aiutare ad aprirsi e rimanere collegati col mondo, con la quotidianità. In ogni caso la presenza dei più giovani è fondamentale: c’è bisogno delle loro energie, delle loro capacità, del loro mettersi a servizio per una buona proposta. Il loro essere impegnati in un’attività viva è sicuramente fondamentale».

 

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