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Musica, giovani e società. Ecco la generazione Trap

Musica, giovani e società. Ecco la generazione Trap

Trap e storie di ragazzi che si abbracciano e si vogliono bene, che cantano come parlano, una generazione pronta a sdoganare il peso di parlare della propria anima

di Alessandro Lia

“Noi non abbiamo vie di mezzo: o stiamo sulla luna o andiamo nel pozzo”. Questa, ebbene sì, non l’ha detta Sferaebbbbbasta….nemmeno Rkomi o Tedua, Izi o Irama, Ghali.
Chi sono? Sono i ragazzi della Trap, quelli che tua figlia o tuo figlio si sparano nelle orecchie.
Mah si quelli delle tragedie, delle parolacce, delle sconcerie, dei tatuaggi, dei piercing.
Quelli che voi giudicate “nooo, la Trap blahhhh!’

Beh! Non è proprio così, un linguaggio diretto, pensieri diretti, testi complessi, basi sempre più evolute e soprattutto sempre più strumentali. Storie di corridoi a scuola, amori che si lasceranno alle spalle, pianti, sconfitte sociali e uno sguardo alla politica, al vivere insieme, all’emozione.

Eh già! Forse dovreste ascoltare (in calce alcuni video…), dovreste capire che musica ascoltano i 15enni, cosa hanno nella testa perché potrebbe anche piacervi. Non entro nel merito della tecnica o delle differenze tra generi, non è poi così importante.

Quando Cicco Sanchez dice: “Ho lasciato da te la parte migliore di me, hai lasciato da me
la parte migliore di te, ma chissenefrega…”. Potete capire che non si parla di droga o di violenza, si parla di amore di cui i nostri ragazzi sono intrisi.
La Trap (la chiamo così per identificare una generazione) è ciò che a noi è mancato.

Ascoltavamo Dylan, Oasis, De André ma nulla è così diretto, nessuno di noi parlava così, nemmeno nelle canzoni.
E quindi penso a due ragazzi che si abbracciano e si vogliono bene, che cantano come parlano, una generazione pronta a sdoganare il peso di parlare della propria anima, la semplicità di dire anche duramente come vedono loro il mondo.

La musica è probabilmente l’anima della terra, dalla musica partono la maggior parte delle connessioni sociali, umane, il famoso volo che a volte ti fa tornare a casa.
Forse tra voi c’è molta gente che non sa cosa significa “block – blocco”. Beh! Alcuni di questi ragazzi ci vivono.

Giornate passate su panchine in qualche parchetto pensando una hit per il prossimo beat, e la sera. Beh! La sera la zona è off, un panorama grigio, cemento, grida e sirene, massaie e spacciatori, gente, lavoratori, brava gente, figli che guardano i genitori combattere, genitori che non guardano crescere i propri figli. Solo storie di periferia.

È così, va così. Supporto la Trap, la speranza che c’è in queste canzoni, l’idea di esser liberi di parlare e confrontarsi anche contro la vostra ignorante titubanza. Che parole e frequenze vi avvolgano fino a comprendere la nostra giovane Italia.
Come disse il TRAP: “Noi non abbiamo vie di mezzo: o stiamo sulla luna o andiamo nel pozzo”. (Il Trap.) Per ora io sto sulla luna con Beatrice e loro.

Ecco alcuni video:





https://www.youtube.com/watch?v=ZSLewGyjhiw

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