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Parco Ticino: a Bernate rivivrà il bosco antico

Parco Ticino: a Bernate rivivrà il bosco antico

I boschi della Piarda a Bernate torneranno a essere un’oasi di grande pregio naturalistico. È quanto prevede il progetto Life attuato dal Parco del Ticino

A Bernate Ticino ci si metterà in moto per ridare spazio al bosco antico, ovvero quello originario della zona e che fa parte dei boschi del Parco del Ticino, che costituiscono l’ultima e la più importante area forestale della Pianura Padana. Lo segnala l’Ente Parco, segnalando che i boschi della Piarda a Bernate Ticino “torneranno ad assumere un aspetto più vicino a quello dei querceti perifluviali della Pianura Padana, di grande valore naturalistico ed oggi particolarmente rari”.

Il restauro del bosco, parte del progetto UE Life
L’intervento fa parte del progetto Life Ticino Biosurce, finanziato dall’Unione Europea e che prevede la riqualificazione della zona boschiva, in passato pesantemente alterata dalla costruzione di numerosi edifici nel bel mezzo della foresta, avvenuta prima dell’istituzione del Parco.

A tale proposito, segnala il presidente del Parco Gian Pietro Beltrami nella nota, si prevede il taglio di circa 250 piante arboree, di cui 190 robinie e 12 querce rosse.
“Per il resto si tratta soprattutto di magnolie, cedri e conifere ornamentali. Non sono state tagliate querce autoctone, ma solo querce rosse americane. Il taglio della quercia rossa peraltro è stabilito anche dal regolamento regionale 5/2007 in quanto è una specie inserita tra le esotiche a carattere infestante dannose per la conservazione della biodiversità.

Nell’area in questione, tra boschi, giardini e zone umide circa 14 ettari, il progetto ha stimato il diradamento andante di 29 piante ad ettaro rispetto ad un totale di circa 6.000 alberi presenti: stiamo dunque parlando di un prelievo di circa 250 soggetti”.

Il progetto nello specifico
L’azione C5 del progetto Life, specifica ancora l’Ente Parco, si pone all’interno di un progetto molto più ampio e ambizioso di riconnessione del territorio, attraverso la rinaturalizzazione di laghetti e zone umide e il recupero della piena efficienza ecosistemica dei giardini ornamentali e dei tratti di foresta artificiale.

Si tratta di un’operazione che interesserà poco più di 20 ettari di superficie mirato a ripristinare l’originaria bellezza del territorio. Oggi, “nel contesto forestale sono presenti numerose ampie aperture, originate dalla rimozione degli edifici già presenti, quindi spesso con suoli alterati e presenza di vegetazione ruderale. La forte presenza di specie esotiche infestanti rende le aperture potenzialmente molto pericolose, via di ingresso di specie esotiche”.

In questa zona sono presenti numerose recinzioni che frammentano l’area e costituiscono un ostacolo ai movimenti faunistici. Ricordiamo che, tra le specie che hanno manifestato la loro presenza – seppure solo soggette a fotoavvistamento – c’è anche il lupo, come abbiamo scritto.
Tra le varie specie esotiche, alcune tra le quali molto invasive si segnalano: il prugnolo tardivo (Prunus serotina), diffuso a macchie; l’ailanto (Ailanthus altissima); la quercia rossa (Quercus borealis), tipica del Nord America; il bambù.

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