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Ecco un nuovo metodo contro il dolore articolare

Ecco un nuovo metodo contro il dolore articolare

Inveruno. Intervista a Giorgio Marmonti presidente di Aimob e operatore Orto-bionomy

Vita sedentaria, tensioni da stress, traumi, posture scorrette sono le cause più comuni delle contratture dell’apparato muscolo-scheletrico: più o meno gravi, sono tutte molto dolorose. Osteopatia e chiropratica sono le tecniche manipolatorie più utilizzate per alleviare il dolore, ma anche in Italia va diffondendosi una novità nel campo del contrasto alla sofferenza articolare: il metodo Orto-Bionomy, già molto noto nel Nord America e in Europa.
Per capire meglio di cosa si tratti E.comunità ha intervistato Giorgio Marmonti operatore e presidente dell’associazione Aimob (Associazione italiana metodo Orto-Bionomy), con studio a Inveruno, nel Milanese.

Sappiamo che in Usa e Nuova Zelanda, in Svizzera, Austria, Germania, Francia e in molti altri Paesi europei il metodo Orto-Bionomy è conosciuto da tempo e riconosciuto anche dai servizi sanitari e assicurativi. In Italia c’è spazio per l’Orto-Bionomy?
«Negli ultimi tempi l’interesse nei confronti dell’Orto-Bionomy è cresciuto e i nostri operatori sono sempre più richiesti. L’Aimob, la nostra associazione, è inserita nel registro delle discipline bio naturali della Regione Lombardia, va sempre più ingrandendosi e gli eventi di promozione e dimostrazione in cui interveniamo sono molto partecipati».

Esattamente di cosa si tratta?
«L’Orto-Bionomy è un metodo utile per il trattamento del dolore articolare acuto e cronico.
Nel suo nome è già contenuto l’impianto teorico su cui si basa: Orto-Bionomy, infatti, è un termine composto (òrto dal gr. ὀρϑός, diritto, bio dal gr. – βίος,che vive, nomòs dal gr. νομός, legge) che significa corretto agire delle leggi della natura, che è la regola di tutto il creato, la Legge cui si è ispirato in fondatore e da cui è nata la riflessione sul dolore articolare».

Facciamo un po’ di storia.
«Orto-Bionomy nacque negli Usa a fine anni ’70. Il suo fondatore, il canadese A. L.Paulus, osteopata, grazie alla sua lunga esperienza e alla sua sensibilità intuì e sperimentò nei suoi trattamenti che è possibile eliminare il dolore attivando le facoltà di autocura e autocorrezione del nostro corpo con interventi minimi e tramite l’ascolto delle tensioni del paziente. Direi che l’Orto-Bionomy rappresenta l’evoluzione del metodo osteopatico, da cui partiva Paulus, verso un metodo più olistico che tiene conto della relazione mente-corpo».

Come agisce l’operatore Orto-Bionomy?
«Per dare inizio al trattamento è indispensabile collocare il paziente in posizione antalgica. In assenza di dolore le tensioni accumulate e memorizzate dal corpo e dalla mente, si allentano e il paziente in totale rilassatezza è pronto a lasciare il campo alle facoltà autocorrettive. A questo punto con leggere compressioni, l’operatore stimola il sistema autoregolatore, connesso al sistema propriocettivo cioè va a risvegliare i meccanismi fisiologici del corpo, così da permettergli di ritrovare le sue funzioni naturali. Utilizziamo un metodo di manipolazione dolce, che va nel profondo e che si basa sullo stesso principio dell’omeopatia, curare il simile col simile, coniugato all’idea che il nostro corpo è in grado di imparare le posizioni corrette».

Quindi è molto diverso dalle altre tecniche manipolatorie?
«La matrice è la stessa, ma mentre chiropratica e osteopatia utilizzano interventi di manipolazione intensa e hanno un approccio contrastivo rispetto, per esempio, alla contrattura, l’Orto-Bionomy accompagna la tensione, l’operatore, con grande delicatezza, la aumenta di poco ed esegue impercettibili torsioni in modo da indurre all’autocorrezione».

Si può parlare di tecnica mista? Si lavora sul corpo per migliorare il suo benessere, ma si lavora anche a livelli più sottili mobilitando il nostro piano energetico.
«L’idea di fondo è che il benessere si raggiunge riequilibrando mente-corpo che, come è noto, sono piani diversi, ma legati e interconnessi anche più di quel che pensiamo».

Come si mantiene l’autocorrezione? Non c’è rischio che dopo il trattamento si ricada nelle posture errate?
«Alla fine del trattamento l’operatore suggerisce una serie di semplici esercizi di mobilizzazione da eseguirsi in autonomia per fissare i benefici del trattamento».

Ci sono controindicazioni?
«Direi nessuna, il trattamento non è invasivo e la manipolazione dolce».

Ci ha detto che l’Orto-Bionomy va diffondendosi, ci sono operatori anche nella nostra zona? Chi volesse contattarvi come può fare?
«Si può chiamare la segreteria al 371107673, oppure nel sito dell’associazione che presiedo www.aimob.it dove si trovano elencati gli operatori suddivisi per territorio o digitando www.Orto-Bionomy.it : in ambedue i siti si trovano tutte le informazioni necessarie a conoscerci meglio».

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