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Donne in carriera: la speranza è in Lombardia

Donne in carriera: la speranza è in Lombardia

In Lombardia le manager sono 17 su 100, ma la regione vanta la maggior percentuale di “dirigenti rosa” giovani e l’imprenditore dell’anno, che è donna

Nel mondo del lavoro le donne ancora oggi sono svantaggiate rispetto agli uomini. Poche sono quelle che occupano ruoli importanti in azienda. Poche e sotto pagate: secondo la campagna #NoPayGap le donne manager guadagnano il 15% in meno dei pari ruolo uomini.
Eppure secondo uno studio McKinsey Global Institute “se le donne avessero gli stessi ruoli degli uomini il Pil annuo globale aumenterebbe di 28 mila miliardi nel 2025, il 26% del Pil globale, che equivarrebbe alla ricchezza di Cina e Usa messe insieme.”

Lombardia, primati su manager giovani e donne
A proposito di manager, in Lombardia se ne contano 48mila circa – il 75% dei quali nella sola Milano – è la regione con il maggior numero di dirigenti in Italia. Non solo: è anche quella che conta il maggior numero di dirigenti più giovani (under 49 anni). Quante sono le donne? Ancora poche, solo 17 su 100. Possono però vantare un primato: essere le più giovani nel panorama nazionale, dato che più della metà di loro (59%) ha tra i 30 e i 49 anni d’età. Se guardiamo anche alle donne imprenditrici, il loro numero è ancora più basso rispetto agli uomini. Secondo una ricerca Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi nel quadro dell’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere, meno di un quarto (24%) degli 807mila amministratori d’impresa oggi in Lombardia sono donne.

Donne al vertice, un beneficio per le aziende
Eppure le donne a capo di azienda ce ne sono, e quando accade danno prova di avere tutte le qualità ideali per guidarle. Prendiamo Sonia Bonfiglioli, presidente e amministratore delegato della Bonfiglioli Riduttori, di Carpiano (Milano). Proprio di recente è stata insignita del riconoscimento EY come “Imprenditore dell’Anno” 2018. Il titolo è riservato agli imprenditori italiani alla guida di aziende con un fatturato di almeno 25 milioni di euro e che abbiano saputo creare valore attraverso uno spirito innovativo e visione strategica. Un altro esempio lo peschiamo sempre in Lombardia. Miuccia Prada non ha bisogno di presentazioni: il suo nome – e la sua griffe di moda – è famosa in tutto il mondo. Nel 2005 Time Magazine l’ha inserita tra le 100 persone più influenti al mondo.

A riprova che le donne manager inserite nelle posizioni di vertice fanno bene, e tante più ce ne sono meglio è, segnaliamo uno studio pubblicato dalla Consob, secondo cui se la presenza delle donne nei consigli di amministrazione raggiunge il 30% i benefici economici per l’azienda sono sensibili. Si rileva un +0,51 sul Return on assets, una crescita dell’1,734 sul ROE (Return on equity), dello 0,67 sul ROIC (Return on invested capital) e soprattutto un 6,82 in più sul ROS (Return On Sales), ovvero il ritorno sulle vendite.

Da dove deriverebbero questi benefici? Forse, come disse Rita Levi-Montalcini, premio Nobel per la medicina, li si deve al fatto che “le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società”.

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