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Camminare lungo l’Oceano Atlantico, incontri e colori

Camminare lungo l’Oceano Atlantico, incontri e colori

"Cammino guardando in basso non per vergogna ma per non calpestare ciò che è piccolo"

Cronache di una magentina da Lisbona – Sono in piedi alla fermata dell’autobus a Sines, una cittadina a sud di Lisbona, non lontana dalla prima tappa del cammino che devo intraprendere. Passa un bus: è per Lisbona. Un secondo, un terzo, poi un quarto: tutti per Lisbona.

Devo campeggiare a Porto Covo quella notte e vorrei arrivarci prima che faccia buio. Interpello diversi conducenti, ma nessuno sa nulla rispetto all’arrivo del mio bus. Dopo un diverbio con un conducente che mi consiglia di prendermi un taxi, rimango in attesa su una panchina insieme ad altri passeggeri. Ad un certo punto mi si avvicina il conducente con cui ho avuto il diverbio: è vicino ad una automobile e ci fa capire che ci offrirà il passaggio perché abita poco più avanti! Mi accompagna direttamente al campeggio: stupita, sono pronta per la prima tappa della Rota Vicentina.

Il percorso che ho scelto è di 125 km, è noto come il cammino dei pescatori e segue la costa dell’Oceano Atlantico. La Rota Vicentina è composta anche da un secondo tragitto: il percorso storico, che segue un tragitto più interno. Si trovano tutte le informazioni necessarie per iniziare il cammino sul sito ufficiale della Rota. Tra i vari suggerimenti c’era quello di non farlo a luglio e agosto…

Sveglia 5.30, trovo subito alcuni ragazzi italiani e iniziamo a camminare insieme. Il mare è calmo, i gabbiani si depositano sulla riva, il cielo è lievemente velato: tutto assume un colore argenteo. Si cammina con i piedi che si affossano nella sabbia.

Lo spettacolo, soprattutto in alcune tratte, è mozzafiato. Si alternano camminate su scogliere a picco sull’Oceano a tratti sulla riva, dove è possibile rinfrescarsi nell’acqua gelida con la soddisfazione di essersi conquistati passo dopo passo la bellezza delle piccole calette.

Camminando, una delle difficoltà maggiori è la sabbia che rende il passo instabile, soprattutto con i 12 kg dello zaino sulle spalle. Mi conquista una sabbia rossa che caratterizza alcuni punti semidesertici: per divertirmi e sperimentare provo ad utilizzarla in alcuni sketch, tra cui quelli allegati.

La prima tappa è di 20 km. Ad un certo punto siamo convinti di essere arrivati a destinazione: tutti ci dicono che mancano solo 5 km. Ci fermiamo in una spiaggia, con la marea che mano a mano si alza. Quando riprendiamo il viaggio scopriamo che ci manca invece ancora metà percorso. Perdo di vista i miei compagni di viaggio e proseguo da sola, sapendo di trovare poi un campeggio nella città di arrivo.

Arrivo alle 9 di sera, e scopro il giorno dopo che gli altri mi avevano aspettato non so dove: non trovandomi, in compenso, avevano incontrato un pescatore col quale avevano passato una serata in una caletta nascosta a mangiare e discorrere sotto la luna.

Un po’ amareggiata dell’incontro mancato, mi siedo su una panchina a mangiare pomodori a Vila Nova de Milfontes, la meta della prima tappa. Mi accorgo di essere osservata da un signore con un quadernino.

Beppe, che poi scopro essere un artista della zona, mi stava disegnando. Inizia a parlarmi in portoghese, ma in modo particolarmente comprensibile. Il suo quaderno di disegni è anche un diario di poesie e riflessioni. “Mi chiedono sempre perché tengo lo sguardo basso, pensando sia timidezza. Rispondo: cammino guardando in basso non per vergogna ma per non calpestare ciò che è piccolo”.

Mi saluta regalandomi un suo disegno.

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