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Cinque giovani di Boffalora si raccontano in pubblico

Cinque giovani di Boffalora si raccontano in pubblico

Storie di ragazzi in gamba che dopo aver studiato nelle scuole di Magenta e Abbiategrasso hanno intrapreso differenti percorsi di formazione e di vita

I giovani tornano a essere protagonisti nel Magentino. L’occasione è stata offerta da un partecipato incontro pubblico che la civica “Insieme per Boffalora” ha organizzato lo scorso 6 luglio nell’aula consiliare di Boffalora sopra Ticino, a ridosso del Naviglio Grande.

Nel corso dell’evento denominato “I nostri giovani si raccontano” sono state portate delle importanti testimonianze di vita da ragazzi, i quali hanno dimostrato con le loro parole di essere tutto, tranne che “bamboccioni”. Hanno ereditato una società in crisi, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista dei valori. Ma loro hanno le capacità per andare oltre, fare sintesi, cogliere le sfide e tentare di costruire qualcosa di buono. Una volta si sarebbe detto che questi giovani hanno la testa sulle spalle, sanno che costa stanno facendo e dove stanno andando. Oggi si parla di competenze.

I giovani relatori

A Boffalora sopra Ticino è intervenuto per primo Roberto Ponciroli che, dopo aver studiato al liceo scientifico “Donato Bramante” di Magenta, si è laureato in ingegneria nucleare al Politecnico di Milano. Anni di studi e di formazione nelle strutture pubbliche italiane che gli hanno permesso di fare il grande salto a livello. Oggi è uno stimato ricercatore presso Argonne National Laboratory di Chicago, uno dei più prestigiosi laboratori di ricerca a livello internazionale.
Ha anche pubblicato il libro “Dumbass Drain”, in cui racconta la sua esperienza di fuoriuscito (invitando però a non chiamarlo cervello in fuga). È un saggio che, partendo dalla vicenda personale dell’autore, descrive le motivazioni che portano ogni anno centinaia di giovani a lasciare l’Italia per cercare lavoro all’estero. Quasi come fosse un cortometraggio filosofico, l’autore affronta le principali contraddizioni legate alla condizione di ricercatore emigrato negli Stati Uniti.

La parola è poi passata a Rossella Casafina, studentessa del liceo linguistico “Salvatore Quasimodo” di Magenta, che ha trascorso il quarto anno in Cina, ospitata da una famiglia. Ha raccontato del distacco, dei timori iniziali di stare per un anno lontana dalla famiglia e dal suo paese, le difficoltà di ambientarsi in un mondo culturalmente completamente diverso dal suo.
Una cosa è studiare la Cina sui libri, un’altra formarsi direttamente sul posto. Una esperienza questa positiva che l’ha fatta crescere molto. L’unico suo rammarico è di non aver potuto legare con i coetanei cinesi durante la permanenza all’estero, in quanto studiano ininterrottamente ogni giorno dalle 6.00 del mattino a tarda sera rinunciando ad ogni forma di svago e di socialità. Perché lo fanno? Rossella ha risposto perché sanno di essere un popolo assai numeroso e, di conseguenza, più studiano, più hanno chance di farcela, di emergere. È una questione di sopravvivenza. I ragazzi italiani non hanno questo problema.

Nell’aula consiliare è poi intervenuto il giovane Manuel Colombo, il quale ha trasmesso al pubblico e con grande capacità dialettica la sua infinita passione per la filosofia. Eppure, dopo il diploma al liceo Bramante di Magenta, si era iscritto ad Ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano. È entrato subito in crisi riguardo questa scelta, allora si è preso una pausa di riflessione ed ha valutato meglio le sue inclinazioni per poi decidere con convinzione di passare a Filosofia, dimostrando che si è sempre in tempo per rimediare e intraprendere il giusto percorso di formazione.

È stato poi il turno di Manuel Ranza, il quale dopo aver essersi diplomato con successo all’Ipsia di Magenta, indirizzo elettrotecnico, sta tentando di entrare nel mondo del lavoro come elettricità. Non è facile, allora ha maturato una esperienza come assicuratore che gli ha comunque permesso di imparare a relazionarsi meglio con le persone. È ancora alla ricerca di un lavoro e vorrebbe poter svolgere l’attività per cui è preparato con passione.

L’incontro è terminato con Mattia Nocciola, che ha studiato all’Itis “Emilio Alessandrini” di Abbiategrasso. Lavora come elettricista impiantista a Vigevano, dove si reca, tutti i giorni, estate e inverno, in bicicletta. È un cultore del territorio della Valle del Ticino, tanto che ha formato con giovani amici il gruppo “I Cinghiali del Ticino”. Una realtà questa che ha presentato un cortometraggio naturalistico, un viaggio da Boffalora a Vigevano, navigando lungo il Ticino. È un progetto “emozionale” e poetico realizzato per far riflettere sull’impatto negativo delle grandi infrastrutture su un territorio verde, pregiato e ricco di acque.

Danilo Lenzo
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