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La fattoria si fa smart, più proiettata verso il futuro

La fattoria si fa smart, più proiettata verso il futuro

Agricoltura e allevamento puntano all’innovazione tecnologica sotto forma di droni, web e Big Data, con risparmi economici e maggiore attenzione all’ambiente

Nella vecchia fattoria ci sarà pure il cane di zio Tobia, ma nel fienile trovano spazio droni, computer e web. Fantascienza? No, realtà sotto forma di innovazione tecnologica che trova sempre maggiore spazio per venire in aiuto a chi lavora nel settore agricolo, nell’allevamento e nel settore lattiero-caseario. In poche parole, contadini e fattori. Che dalla Rete e dal mondo hi-tech possono cogliere molti vantaggi.

È una tendenza in espansione esponenziale, l’agricoltura smart. Secondo un recente report, il mercato relativo alle infrastrutture di gestione agricola (agricoltura di precisione, monitoraggio del bestiame, ittiocoltura, produzione in serra), relativo ai software di gestione aziendale è stato valutato in 748 milioni di dollari nel 2016 e si prevede sfiorerà i due miliardi di dollari (1.937,9 milioni) entro il 2023. La stessa analisi evidenzia che l’aumento dell’impiego del cloud computing in fattoria per gestire dati in tempo reale crescerà per offrire strumenti basilari per la sostenibilità ambientale e non solo: va considerato che la popolazione mondiale passerà dai circa 7 miliardi odierni a oltre 9 miliardi nel 2050.

Tutto questo consegue una maggiore domanda di generi alimentari, prodotti in maniera sempre più ottimizzata. Per questo si prevede il sostegno dei governi ad adottare moderne tecniche agricole per innovare il settore e garantire una migliore produzione e un più attento monitoraggio delle condizioni di salute del bestiame in modo da accrescere l’efficienza delle aziende agricole. Sono tutti fattori, questi, che porteranno alla crescita della tecnologia in fattoria.

Innovazione uguale risparmi e sostenibilità
Pratiche moderne quali l’adozione di soluzioni digitali come il monitoraggio via web dell’alimentazione dei bovini, la ricetta veterinaria elettronica e sensori smart con geolocalizzazione della distribuzione dei prodotti possono assicurare forti risparmi economici. Quanto? La cifra l’ha calcolata l’Osservatorio Smart AgriFood della School of Management del Politecnico di Milano: si parla complessivamente di una cifra superiore a 100 milioni di euro l’anno per il settore lattiero-caseario italiano. Ma i benefici dell’innovazione digitale, a fronte d’investimenti modesti, sono numerosi, e non solo legati al risparmio economico: migliore qualità dei prodotti, garanzia di rispetto delle norme, maggiore sicurezza alimentare e sostenibilità dell’intera filiera.

L’agricoltura sarà sempre più hi-tech, ma anche green: lo conferma anche l’Irlanda, in particolare l’Associazione nazionale degli agricoltori che ha fatto sapere come grazie al sostegno a pratiche di “agricoltura intelligente” sia riuscita a ridurre le emissioni di CO2 del 10% alle aziende partecipanti, nonché a migliorare i rendimenti finanziari per gli agricoltori, secondo la prima valutazione della sua efficacia, oltre a cospicui risparmi economici. Non solo: si è registrato un miglioramento della fertilità del suolo.

L’evoluzione tecnologica in fattoria è un tema molto caldo anche da parte dei produttori di macchinari agricoli: nel recente convegno CEMA Summit, andato in scena proprio quest’anno, organizzato dall’Associazione europea dei costruttori di macchine agricole si è riflettuto sulle politiche dell’Unione Europea nel portare avanti l’innovazione del mondo agricolo. Da parte sua l’UE con la Politica Agricola Comune (PAC) 2014-2020 ha previsto azioni mirate al potenziamento della redditività delle aziende agricole e della competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme e la promozione di tecnologie innovative dedicate.

Fattorie urbane, big data e droni
Ma il cambiamento sta già avvenendo e prevede anche drastici cambiamenti nei metodi produttivi e colturali. Le prove tecniche di quello che avverrà nel prossimo futuro sono già realtà in varie parti del mondo. Per esempio a Londra, dove con metodi avveniristici si producono insalata e si pratica l’ittiocultura. In campagna, penserete voi: no, invece, accade in piena city. Per la precisione, in un edificio di 6000 metri quadri, chiamato Grow Up Urban Farms, dove si producono ogni anno 200 mila sacchi di insalata e circa 4 tonnellate di pesce. Come? Per i vegetali si pratica la coltura idroponica: in pratica, le radici delle piante sono immerse nell’acqua anziché in terra, illuminate e riscaldate da luci LED.

Per questo motivo si caldeggia anche in Italia lo sviluppo della smart farm: «Bisogna puntare fortemente sull’agricoltura di precisione che utilizzi droni, sensori ad altissima precisione, mappe in 3D, Big Data, che permettono di acquisire ed elaborare dati esterni ed interni all’azienda, ottimizzando l’interazione con clima e condizioni del terreno e verificando lo stato di salute di vaste estensioni con un margine di errore di pochi centimetri. – ha spiegato il presidente dei Giovani Agricoltori di Confagricoltura (Anga) Raffaele Maiorano – Le nuove tecniche assicurano sensibili miglioramenti delle prestazioni ambientali, con la riduzione dell’uso di fertilizzanti, dei fitofarmaci, dell’acqua, dei combustibili fossili ed una ottimale gestione del terreno. Riducono anche i pericoli derivanti dal lavoro agricolo, sia in termini di sicurezza, sia di rispetto alla salute. Tra l’altro sono già presenti sul mercato macchine agricole di ultima generazione, destinate alla guida senza conducente».

A livello nazionale un aiuto all’innovazione tecnologica in agricoltura lo sta tentando di dare il Piano Industria 4.0, prevedendo investimenti mirati nella ricerca e nello sviluppo delle tecnologie per agricoltura e agroalimentare. In particolare, segnala il ministero delle Politiche agricole, è previsto l’accesso delle imprese agricole, contoterzisti e agroindustria alle misure di sostegno agli investimenti come iperammortamento al 250% e superammortamento per acquisto di tecnologie 4.0 oltre a investimenti per favorire l’accesso delle imprese alla banda ultralarga, in coordinamento con le risorse per tali infrastrutture comprese nei fondi europei agricoli.

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