Nel libro di Isabella Guanzini si parla di umanità e si gettano le fondamenta per una rivoluzione gioiosa e costruttiva, politica ed esistenziale
È in libreria “Tenerezza – La rivoluzione del potere gentile”, un libro di Isabella Guanzini, edito da “Ponte alle Grazie”, collane saggi, 192 pagine, prezzo di copertina 14,00 euro. L’autrice, nata a Cremona, è filosofa e teologa. Dopo aver insegnato Storia della filosofia e Teologia fondamentale alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano ed essere stata ricercatrice alla Research Platform Religion and Transformation in Contemporary European Society dell’Università di Vienna, dal 2016 è professore ordinario di Teologia fondamentale all’Università di Graz.
La tenerezza, quando è autentica, non sopporta facili definizioni: si insinua con delicata tenacia tra le grandi virtù civili e la retorica del potere, è ciò che ci manca per poter vivere e sentire in un mondo finalmente comune. Per questo parlarne è un’impresa ardua e bellissima. E tanto più importante, oggi, quanto più la realtà, nella sua opaca pesantezza, si rende indecifrabile, narcisistica, violenta e sentimentale al tempo stesso.
Da DeLillo a Papa Francesco, da Platone alla Wisława Szymborska, da Max Weber a Foster Wallace, da Massimo Recalcati a Mariangela Gualtieri, e, ancora, da Lucrezio a Slavoj Žižek, da Enea alla donna senza nome del Vangelo secondo Luca alle cronache dei migranti, parlare di tenerezza significa parlare di amore, di tempo che passa, di filosofia. Significa parlare di umanità, di curiosità verso l’altro, di quella leggerezza profonda che ci permette di intercettare, fra le righe, il senso più fecondo e creativo della nostra finitezza, della nostra fragilità.
Parlare di tenerezza tocca molte corde sensibili, smuove affetti ancestrali, evoca l’intensità della vita del corpo e anche dell’anima. Sfida i predatori e i prepotenti, pone domande scomode e offre nuove istruzioni, accende piccole, miracolose luci nel buio annunciando una rivoluzione gioiosa e costruttiva, politica ed esistenziale. Che ci chiama per nome e allarga lo sguardo al futuro.
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