L'agricoltura è un settore altamente “idrovoro”. Quantificando il bisogno di acqua è possibile attuare idonee strategie per rendere la produzione più sostenibile.
L’acqua è una risorsa preziosa e il suo consumo eccessivo è un problema cruciale. Ecco perché diventa importante quantificare la water footprint, l’impronta idrica, un indicatore del consumo di acqua dolce che, come ricorda il Ministero dell’Ambiente, include sia l’uso diretto che indiretto di acqua da parte di un consumatore o di un produttore.
L’agricoltura è un settore altamente “idrovoro” ma è bene comprendere in profondità quanta acqua richieda la produzione di determinati prodotti per poi avviare determinate strategie per ottimizzare e ridurre l’apporto idrico.
Al proposito è di questi giorni la presentazione a Firenze dei risultati di “Terra&Acqua”, progetto pilota nato in Toscana per misurare l’impronta idrica in agricoltura. Il progetto, nato su iniziativa di Water Right Foundation per promuovere l’importanza della sostenibilità idrica nelle filiere vitivinicole e olearie in Toscana, è stato condotto da giovani ricercatori della Scuola di Agraria e della Scuola di Ingegneria dell’Università degli Studi di Firenze e ha coinvolto tre aziende toscane.
I risultati della ricerca
Dalla ricerca è emerso che occorrono 2 litri di acqua per un litro di vino e 20 litri di acqua per un litro di olio. La ricerca è partita valutando l’impronta idrica delle tre aziende e il dato finale per la produzione di vino è in linea con i valori ottenuti da altri studi a livello europeo e, nel caso della produzione di olio, invece, si tratta di una delle prime valutazioni effettuate in assoluto, hanno affermato i ricercatori, evidenziando che lo studio rappresenta la prima applicazione della nuova metodologia “ISO 14046” per produzioni agricole in Toscana e include anche altri indicatori ambientali, in grado di tenere conto dei problemi relativi all’inquinamento delle risorse idriche (acidificazione, tossicità ed eutrofizzazione fiumi e mari).
Un punto di partenza verso la sostenibilità
Obiettivo principale della ricerca è rendere la quantità di litri di acqua che servono per produrre un litro di vino o di olio un punto di partenza per promuovere la consapevolezza dell’importanza della risorsa idrica nell’economia locale.
Mauro Perini, presidente di Water Right Foundation, ha evidenziato in una nota la sua soddisfazione per gli esiti della ricerca, affermando: «Siamo riusciti a porre l’attenzione sulla necessità di creare alleanze strategiche tra diversi soggetti del settore, non limitate al rapporto tra produttori e consumatori. Diventa sempre più evidente, infatti, il ruolo fondamentale di chi svolge funzioni di governo e di programmazione del territorio».
La conferenza fiorentina, organizzata da Water Right Foundation, dal Centro per la Ricerca e l’Alta Formazione per la prevenzione del Rischio Idrogeologico (Cerafri), e Quàlita, ha rappresentato un passo importante verso la definizione di una procedura standard di valutazione dei consumi idrici e un’opportunità per valorizzare la produzione di eccellenza rendendola anche più sostenibile.
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