I ragazzi devono crescere anche imparando dai propri sbagli. E una bella strigliata, accompagnata da 10 giri di campo e la mancata convocazione alla partita aiutano parecchio.
(Dal blog Un Papà nel Pallone – Terapia web per sopravvivere nel mondo del calcio giovanile )
Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Le festività natalizie sono già un ricordo lontano. Abbiamo appena fatto in tempo a salutare il nuovo anno che sono iniziati gli allenamenti settimanali, intensi e impegnativi per fare subito recuperare forma e ritmo alla squadra. Questo è il volere del mister e noi genitori ci adeguiamo.
Niente di nuovo, a parte il freddo intenso che entra nelle ossa e fa tremare anche l’anima ai genitori diversamente giovani fermi a bordo campo. I ragazzini corrono dietro al pallone, fanno esercizi e come i migliori marines sopportano ogni condizioni atmosferica. Il campionato inizierà non prima della fine di febbraio. Nel frattempo la squadra affronterà una moltitudine di partite amichevoli e tornei. Abbiamo davanti sei mesi, in cui non ci sarà mai il tempo di annoiarsi.
La ripresa degli allenamenti è stata caratterizzata da una serie di imprevisti. La non disponibilità del campo per lavori di manutenzione straordinaria e il gelo che ha provocato la rottura di un tubo rendendo momentaneamente inagibili gli spogliatoi. Le squadre sono rimaste per una settimana senza casa, cercando di arrangiarsi in campi di fortuna o chiedendo ospitalità momentanea nelle strutture delle società calcistiche limitrofe o ancora affittando dei campi privati a prezzi convenzionati.
La squadra di Luca ha optato per l’ultima soluzione, di certo la più comoda e autonoma, che ha però comportato un esborso minimo da parte dei genitori che hanno dovuto contribuire alla spesa. In compenso per una settimana i ragazzi si sono allenati in un centro sportivo nuovo di zecca, così bello e moderno che sarà difficile tornare al proprio che risale agli Anni Settanta.
Mister Lorenzo ha punito severamente due ragazzi che facevano casino durante l’ultimo allenamento. Ha fatto bene, occorre sapersi comportare soprattutto quando si fa parte di una squadra. Gli scalmanati hanno dovuto interrompere gli allenamenti e dopo 10 giri di campo e una strigliata sono stati mandati a fare la doccia. In questo momento i ragazzi non sono né carne, né pesce, né bambini, né adolescenti.
Uno stato ibrido che crea confusione e conflittualità ma in fondo sono soltanto dei bambini spesso viziati. Fanno prima a seguire il cattivo esempio del più vivace e indisciplinato, che rispettare le elementari regole di convivenza al servizio della squadra. Anche questo fa parte del pacchetto. Devono crescere anche imparando dai propri sbagli. E una bella strigliata, accompagnata da 10 giri di campo e la mancata convocazione alla partita aiutano parecchio. Adesso devo andare. Alla prossima seduta.
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