Nei giorni in cui il lupo è d’attualità, al Parco del Ticino la ricerca indaga sulla sua presenza. Intanto si è dato il via a nuovi progetti sulla biodiversità
Attenti al lupo. Sarebbe meglio dire “attenti all’uomo” visto quanto si è appreso dell’alleanza anti-lupo a Trento, con le regioni dell’arco alpino pronte a condividere un progetto che prevede la possibilità di abbattere e catturare esemplari. Il ministro dell’Ambiente ha replicato con l’annuncio di un Piano dedicato a escludere questa possibilità.
In ogni caso è indubbio che questo predatore dalle caratteristiche uniche sia ricomparso praticamente in tutta la Penisola, riprendendosi parte del territorio da cui negli anni era stato esiliato o la sua stessa esistenza era stata fortemente minacciata dall’uomo.
Tra le zone in cui ha mostrato la sua presenza c’è anche il Parco del Ticino. Avevamo raccontato del foto avvistamento avvenuto un paio d’anni fa, salutato come un ritorno in un’area in cui era presente almeno fino all’Ottocento. Ma oggi che notizie si hanno?
Il lupo nel Parco del Ticino, a… caccia di tracce
Adriano Bellani, responsabile del settore Fauna del Parco, spiega che «a seguito di quell’avvistamento, avvenuto nel 2017, il Parco, insieme alle università di Pavia e di Milano Bicocca ha messo in atto una serie di monitoraggi. Inoltre, è stato concluso un accordo tra Parco Ticino lombardo e piemontese con Ispra per svolgere indagini genetiche sui reperti organici del lupo. Gli ultimi monitoraggi non hanno rilevato nulla di particolare: a seguito della recente nevicata sono stati effettuati sopralluoghi e ora siamo in attesa di conoscere gli esiti delle indagini. Va detto che la popolazione del lupo nel Parco del Ticino non è consolidata; si tratta ora di comprendere una serie di elementi per saperne di più». È probabile, spiega sempre Bellani, che entro un paio di mesi si avranno i risultati. Per quanto riguarda altri casi di avvistamenti tramite “foto-trappolaggio” non ci sono altre notizie.
Parco del Ticino, varati nuovi progetti sulla biodiversità
In ogni caso i progetti riguardanti la valorizzazione degli ambienti naturali e della biodiversità del Parco del Ticino proseguono su più fronti: a proposito sono partiti tutti i lavori di conservazione del progetto Life Ticino Biosource di cui vi abbiamo accennato dell’intervento in località Piarda a Bernate Ticino. I diversi interventi, segnala l’ente Parco, intendono creare “un’armonica alternanza di ambienti diversificati, favorendo la colonizzazione di diverse specie di uccelli, anfibi, pesci ed insetti”. Per giungere a questo risultato saranno attivi diversi cantieri e si svolgeranno lavori di movimentazione terra.
Si prevede la creazione di varie zone umide, la rinaturalizzazione di aree golenali, la diversificazione morfologica dell’habitat fluviale per miglioramene la qualità, recupero e sistemazione di ambienti di risorgiva, la realizzazione di un sistema di isole galleggianti di vegetazione palustre per favorire l’avifauna, la realizzazione di prati aridi e di un sentiero natura con due osservatori per il birdwatching.
«Nell’ambito del progetto Life si stanno conducendo diversi monitoraggi riguardanti l’avifauna, come quello dedicato ad anfibi e rettili sui quali è stato attribuita una borsa di studio. Proseguono le attività che riguardano la fauna ittica così pure il lavoro per la realizzazione di un atlante sulle farfalle» racconta lo stesso responsabile del settore Fauna. Tale atlante sarà pronto per la pubblicazione nel 2020.
Nuove specie rintracciate e un’auspicabile comparsa: l’orso
Tra le attività seguite c’è quella di bio avvistamento: «Proprio all’inizio dell’anno è stata segnalata una nuova specie nel territorio del Parco: si tratta del Gruccione di Persia o Egiziano». È un uccello diffuso nell’Africa sub Sahariana e va ad arricchire, con la sua presenza sia pure occasionale, la ricchezza del Parco: «Rappresenta un contesto unico nella Pianura Padana e anche la sua struttura geografica da nord a sud certo contribuisce all’espandersi delle specie lungo il fiume». Specie che sono comparse e sviluppate negli ultimi anni c’è il picchio nero. Ma non sono mancate segnalazioni di istrice. Lo stesso lupo non è casuale la presenza; già il fatto che sia stato riscontrato il suo passaggio testimonia il ruolo unico dell’area quale corridoio ecologico tra Alpi e Appennini».
Lanciamo lì una provocazione: dopo il lupo potremo aspettarci una comparsa anche solo occasionale dell’orso? «Tempo fa avevo ipotizzato come assai improbabile rilevare la presenza del lupo, quindi oggi non escludo a priori anche se attualmente non ci sono state tracce della sua presenza ed è al momento improponibile l’idea della sua comparsa. Magari non sarà immediata, ma se riusciremo a mantenere il Parco e a migliorarlo nelle sue condizioni ambientali ed ecologiche» negli anni a venire è possibile pensare di rivederlo. «Ciò che ho imparato negli anni è che gli animali, anche se solo minimamente tutelati, dimostrano incredibili capacità di reazione alle situazioni avverse. La storia del lupo in Italia lo dimostra», conclude Bellani.
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *