È possibile conquistare la serenità imparando ad apprezzare tutto quello che la vita ci offre
Secondo l’ACT con quattro passi è possibile superare la sofferenza. Quando si parla di sigle una premessa è sempre d’obbligo. ACT sta a significare “Accenptance and Commitment Therapy”, una nuova forma di psicoterapia che fa parte di quella che viene definita la “terza onda” della terapia cognitivo comportamentale (Hayes, 2004).
L’ACT prende in considerazione alcuni concetti non convenzionali: 1) La sofferenza psicologica è normale, è importante ed accompagna ogni persona. 2) Non è possibile sbarazzarsi volontariamente della propria sofferenza psicologica, anche se si possono prendere provvedimenti per evitare d’incrementarla artificialmente; 3) Il dolore e la sofferenza sono due differenti stati dell’essere; 4) Non bisogna identificarsi con la propria sofferenza; 5) Si può vivere un’esistenza dettata dai propri valori, iniziando da ora, ma per farlo si dovrà imparare come uscire della propria mente ed entrare nella propria vita.
Ecco i quattro passi da compiere per stare meglio:
PASSO 1/Sii gentile con te stesso: quando soffriamo dobbiamo imparare ad essere gentili con noi stessi. Nella maggior parte dei casi però la tendenza è quella di essere duri e critici verso noi stessi, una parte della nostra mente che come una radiolina sempre accesa non fa altro che giudicarci e rimproverarci anche se razionalmente sappiamo che non funziona. Abbiamo quindi bisogno di imparare l’arte di essere empatici e compassionevoli verso noi stessi.
PASSO 2/Getta l’ancora: quando veniamo colpiti da un evento doloroso sentiamo una vera e propria tempesta emotiva dentro. Ondate di emozioni dolorose si infrangono nel nostro corpo e pensieri amari soffiano con violenza nelle nostre menti. Quando sentiamo che la tempesta arriva dobbiamo gettare l’ancora e piantarci al terreno in modo da non farsi trascinare a fondo dalla potenza delle emozioni finchè queste non si placano.
PASSO 3/Prendi una posizione: quando la vita ci coglie alla sprovvista è utile domandarsi “Per cosa mi piacerebbe impegnarmi in questa crisi?”. A questo punto sta a noi scegliere se vogliamo rinunciare alla vita oppure cercare tra le nostre risorse la forza per andare avanti. Sapendo che il nastro del tempo non si riavvolge l’unica direzione verso cui bisogna impegnarsi è il futuro. Un futuro colmo di obiettivi e progetti (realizzabili) che incanali le nostre energie del presente verso u’attività costruttiva e non distruttiva.
PASSO 4/Trova il tesoro: una volta messi in pratica i primi tre passi, molto probabilmente ci troveremo in uno spazio mentale molto diverso rispetto alla partenza. In questo spazio è possibile osservare molti dei tesori che la vita ci offre ma che prima non avremmo visto a causa della tempesta che ci teneva in ostaggio. Anche se questo ultimo passo sembra impossibile da compiere, non lo è. Questo è quindi l’ultimo passo del nostro viaggio: trovare il tesoro nascosto sotto al nostro dolore. Questo non vuol dire che il dolore non c’è o fingere che non faccia male. Piuttosto significa riconoscerlo e apprezzare anche tutto quello che la vita ha da offrirti.
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