La città è stata selezionata quale partenza di una tappa. Una grande opportunità per Abbiategrasso e il territorio, come affermano Andrea Ruboni e Andrea Noè
Pochi giorni fa, alla presentazione del Giro d’Italia 2018, in diretta RAI, è arrivata la notizia: Abbiategrasso sarà parte dell’edizione 101, ospitando il 24 maggio la partenza della tappa numero 18 che culminerà a Prato Nevoso, in Piemonte. Cosa significa far parte di questo evento sportivo? Che implicazioni avrà sul territorio? Lo abbiamo chiesto a due figure cardine del costituendo gruppo organizzatore abbiatense della tappa: Andrea Ruboni e Andrea Noè.
Ruboni: «un’occasione storica»
«La sfida principale è rappresentata innanzitutto dalla consapevolezza di aver ottenuto una grande opportunità». A parlare è Andrea Ruboni, membro del comitato promotore, che venerdì scorso in un incontro con la stampa ha fornito i primi dettagli dell’evento. Nei prossimi giorni si definirà il comitato: intanto alcune “tappe” di avvicinamento sono già state fissate. La prima è prevista il prossimo 23 gennaio: «Corrisponde al 101° giorno dalla partenza del Giro d’Italia edizione 101. – spiega Ruboni – In quella data saranno illuminati di rosa alcuni monumenti simbolici delle città dove farà tappa la gara. Nell’occasione presenteremo ufficialmente il comitato di tappa. Quindi questi saranno giorni di attività febbrile «per coordinarsi, identificare le persone adatte e definire il calendario».
Ruboni è dirigente del Velo Sport Abbiategrasso, un impegno e una passione trasmessagli da suo padre Marco, che per anni è stato uno stimato presidente della storica associazione ciclistica cittadina. «Il Giro d’Italia è l’evento organizzativo più importante a livello nazionale ed è un appuntamento di fama mondiale. Per il nostro Paese assume anche un altro fattore d’importanza: con l’assenza della Nazionale dai Mondiali di calcio, la “Corsa Rosa” mediaticamente assume un ruolo di riferimento. – sottolinea Ruboni – Far parte di questo progetto per Abbiategrasso assume una valenza storica. Ogni anno sono centinaia le richieste che l’organizzatore del Giro riceve per ospitare la corsa. È quindi un riconoscimento fatto alla città e a tutte le persone che localmente svolgono attività ciclistiche». Quella del 2018 segue l’organizzazione, nel 2006, di una delle tappe del Giro Rosa, manifestazione ciclistica femminile.
La tappa vista da Andrea Noè
Abbiategrasso-Prato Nevoso è una tappa di 196 chilometri che ha un finale a quattro stelle per difficoltà, concludendosi nella località piemontese a più di 1600 metri di quota. Il Giro d’Italia non è nuovo all’arrivo su questa cima, essendoci già stata nel 1996 e nel 2000. In entrambe le gare Andrea Noè c’era: in quella del Duemila arrivò nel gruppo dei primi in cima e quarto nella classifica generale. Oggi il mai dimenticato “Brontolo”, uno dei gregari più apprezzati del ciclismo, è stato chiamato a far parte del comitato organizzatore della tappa di Abbiategrasso. Certamente potrà portare la sua esperienza di ciclista, di professionista ancora attivo in questo sport oltre che da consigliere con delega allo Sport del Comune di Robecco sul Naviglio. «Organizzare una tappa del Giro è una sfida impegnativa e importante, che va preparata bene e in tempo. Sembra manchi tanto tempo, ma per “centrare il traguardo” occorre muoversi rapidamente, con efficienza ed efficacia perché maggio è dietro l’angolo».
Ricorda che, al di là dell’aspetto organizzativo della corsa in sé, promosso da Rcs, il comitato di tappa sarà impegnato in una serie di eventi collaterali di avvicinamento. «Il dispendio di energie è notevole e occorre avere il pieno supporto dell’amministrazione comunale: ogni assessore avrà un suo compito specifico nella piena realizzazione dell’evento». Per far comprendere meglio ricorda alcuni dati illustrati nella conferenza stampa di presentazione: il Giro d’Italia verrà visto in 20 nazioni, al seguito vi lavoreranno, solo per garantire copertura mass-mediatica, 600 fotografi e 1500 giornalisti. Per non parlare dei turisti al seguito: «si tratta di un evento che va al di là dell’aspetto sportivo, pure fondamentale, e che ha un riflesso importante sul territorio».
Un vantaggio per il territorio, ma anche per l’ecosostenibilità
Diventare sede di una tappa è frutto di una selezione e di una scelta di chi traccia il percorso, ma la scelta impone anche dei costi significativi per chi viene scelto: per una città tappa di partenza l’impegno è valutabile in alcune decine di migliaia di euro. Il comitato organizzatore dovrà quindi concentrare gli sforzi anche per raccogliere fondi per coprire le spese e programmare iniziative collaterali.
«Ma è necessario far comprendere alle parti interessate i benefici che una manifestazione di questa importanza può offrire». I vantaggi sono molteplici: «il turismo e le strutture specializzate ne possono certamente beneficiare; anche la Regione Lombardia, che sta puntando molto sulla valorizzazione del territorio, sta offrendo il suo contributo sul tema». La stessa mobilità sostenibile può beneficiarne, «ma patto che vi sia volontà in chi amministra», evidenzia Noè, che rilancia anche l’idea di strutturare adeguatamente l’Alzaia del Naviglio Grande, su cui da tempo si batte. Anche lui spera che la legge sulla mobilità ciclistica, oggi ferma in Senato, diventi realtà.
Mobilità sostenibile ed eco sostenibilità trovano comunque eco nel Giro d’Italia: «l’aspetto green è presente; infatti, trovano spazio iniziative anche in tema di economia circolare e di raccolta differenziata, con attività di sensibilizzazione anche nelle scuole». Da esponente amministrativo locale sa che anche Robecco ne potrà trarre vantaggio dal passaggio della Carovana rosa. «Per questo, oltre alla Fiera di S. Majolo, che si tiene il 1° maggio, quindi tre settimane prima circa della tappa, organizzeremo anche attività a scuola e almeno tre gare ciclistiche nei dintorni. Mi piacerebbe anche promuovere una mostra permanente dedicata al Giro d’Italia e, in particolare, al passaggio sul territorio. Qualche contatto l’ho già avviato. »
Infine, una parola sul Giro 101 la spende volentieri: «In molti hanno parlato di una edizione con tante salite. Personalmente, di autentiche ne riconosco solo due: lo Zoncolan e il Colle delle Finestre. Le altre non creeranno grandi distacchi fra i big».
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *