Otto italiani su dieci amano pranzare e cenare davanti alla TV. Ma c’è anche chi nel nostro Paese vive senza tv, per povertà o per scelta
Ma quanto piace la TV agli italiani quando vanno a tavola. Lo rivela la ricerca “Living in Europe” condotta da E.ON attraverso Kantar Emnid: l’80% degli italiani a campione ama pranzare o cenare davanti allo schermo. La percentuale è più elevata rispetto alla media europea, che si attesta al 68%. Da quanto emerge, alla maggior parte del campione (ottomila persone) residenti in otto Paesi (Italia, Germania, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Svezia, Turchia e Ungheria) presi in esame piace mangiare guardando la televisione, specie se soli.
L’eccezione la fa l’Italia che, rispetto alla media europea, mostra una quota più elevata di cittadini (68%) che preferisce pranzare o cenare davanti allo schermo, anche quando mangia in compagnia del partner o della propria famiglia, superando anche la percentuale di quelli che preferiscono conversare con chi è insieme a tavola. La TV vince a man bassa rispetto allo smartphone, anche in Italia: i nostri connazionali che dicono di usarlo a tavola sono il 32% se soli e uno su dieci quando pranza o cena in compagnia, un valore in linea con la media europea.
Italiani senza TV: una scelta o una necessità
C’è chi accende spesso e volentieri il televisore e chi non può permettersela. Accade sempre in Italia, come sottolinea l’Unicef in “Innocenti Report Card 13 – Equità per i bambini”, classifica sulla disuguaglianza nel benessere dei bambini nei 41 paesi benestanti dell’Unione Europea e Ocse.
Il quadro che emerge è desolante: il 27,7% dei bambini vive in famiglie in case prive oltre che di televisore a colori, anche di riscaldamento e persino di un pasto proteico al giorno. Il tasso di povertà infantile nel 2013 ha toccato il 17,7%.
Non c’è solo chi non può permettersela: diverse persone, sempre nel nostro Paese, ha semplicemente deciso di farne a meno. Su internet di scelte narrate e spiegate su come e quanto sia bello abbandonare la tv ve ne sono molte. Tra questi vi sono anche i Vip, tra i quali Manuel Agnelli, cantante nonché conduttore del programma televisivo X Factor che in un’intervista al Corriere della Sera giusto qualche mese fa affermava di essere stato per cinque anni senza tv, lui e il suo cane, «per non inebetirci davanti allo schermo».
Poi c’è anche chi ha scelto di non vederla per un mese per reazione alla politica: è il caso di George Clooney, che riportiamo tra gli italiani in quanto nel nostro Paese ci vive un certo tempo all’anno: «Quando hanno eletto Trump ero così depresso che ho passato un mese senza guardare la tv». Il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, un paio di anni fa dichiarava di aver preso la decisione nel 2008 di non guardare più il televisore. E alla domanda del giornalista se non si sentisse la mancanza del mezzo, la risposta è stata:
«Neanche un po’. Anzi, mi sento felicemente depurato e intendo restare fuori dalla potenza di fuoco che quel mezzo spara nel subconscio del telespettatore».
Il filosofo Karl Popper avvertì anche della pericolosità della televisione, che «produce violenza e la porta in case dove altrimenti non ci sarebbe». Senza scomodare pericoli e filosofi forse sarebbe bene seguire, ogni tanto il consiglio dell’attore comico Groucho Marx che disse: «Trovo la TV molto istruttiva. Ogni volta che qualcuno mette in funzione l’apparecchio, me ne vado nell’altra stanza a leggere un libro».
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