Dall’Asia all’Africa, i parassiti killer trasportati con gli scambi commerciali stanno mettendo a rischio l’ecosistema creando danni all’agricoltura
Devastano coltivazioni, giardini e danneggiano il verde urbano. Si tratta dei parassiti killer che da anni minacciano piante e colture in Italia. Dalla Popilla Japonica, che sta distruggendo la vegetazione tra Lombardia e Piemonte, alla Xylella fastidiosa, che ha fatto strage di ulivi nel Salento, fino al Rhynchophorus ferrugineus, meglio conosciuto come punteruolo rosso, che ha flagellato le palme in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise.
Sono solo alcuni dei numerosi insetti alieni provenienti da altri continenti che a causa dell’intensificarsi degli scambi commerciali sono arrivati in Italia, dove hanno trovato un habitat favorevole in seguito ai cambiamenti climatici.
La soluzione secondo gli esperti? Potenziare la ricerca, la prevenzione e i controlli alle frontiere. Atteggiamento condiviso anche da sempre più imprenditori italiani coinvolti nell’import-export che sempre più spesso dimostrano una crescente attenzione all’ambiente adottando misure atte a tutelare il sistema produttivo e l’ambiente e che allo stesso tempo combattono il problema della contraffazione. Un trend evidenziato dai dati sui trattamenti fitosanitari degli imballaggi in legno per l’export, che hanno registrato un +9% nel primo semestre 2017.
Ma non è tutto. Molti Paesi hanno infatti deciso di procedere all’adozione, in seno alla Convenzione Internazionale per la Protezione delle Piante della FAO, dello standard ISPM 15 che impone alle nazioni di utilizzare legno sottoposto a specifici trattamenti approvati e contraddistinti dal marchio IPPC/FAO di cui ConLegno (Consorzio Servizi Legno Sughero), con il suo comitato tecnico FITOK, è stato riconosciuto come soggetto gestore per l’Italia dal 2005. Tutti gli imballaggi destinati a esportazioni extra-UE infatti escono dall’Italia con il marchio IPPC/FAO-FITOK.
Un problema, quello degli insetti alieni, comune a molti Stati membri dell’Unione Europea che ogni anno registrano complessivamente 12,5 miliardi di danni. Numeri che la Comunità ha deciso di arginare colmando le lacune in materia con un apposito strumento legislativo comunitario che si propone, entro il 2020, di individuare e classificare in ordine di priorità le specie esotiche invasive e i loro vettori, contenere o eradicare le specie prioritarie, gestire i vettori per impedire l’introduzione e l’insediamento di nuove specie.
Da qui l’esigenza di arginare la contaminazione e diminuire il pericolo di possibili infestazioni adottando misure fitosanitarie atte a ridurre l’impatto economico ed ecologico sul patrimonio ambientale mondiale.
L’Italia, in particolare, è l’unico paese dotato di un sistema di controllo nella commercializzazione dei pallet con marchio ISPM-15 ponendosi come esempio virtuoso a livello globale. Al marchio IPPC/FAO infatti è obbligatorio abbinare un Riferimento di Rintracciabilità Fitosanitaria (RRF) in grado di creare un collegamento univoco tra trattamenti fitosanitari e imballaggi in legno trattati, o prodotti con materia prima già trattata, essenziale alle aziende per dimostrare, in caso di contestazione, l’esecuzione del trattamento, la sua efficacia e, in caso di contraffazione del marchio, l’estraneità della ditta a quanto accaduto.
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