Sono attimi che sembrano millenni e si vive nella paura che ritornino. Una persona su tre li sperimenta almeno una volta nella vita. Cosa fare subito per avere un poco di sollievo?
Il cuore si mette a battere forte, si ha la sensazione di non riuscire a respirare a sufficienza, di stare per soffocare; ci si sente strani, quasi non se stessi, gli arti possono essere intorpiditi e si può sentire dolore al petto. Più i sintomi fisici si intensificano più l’angoscia e la paura crescono, diventando autentico terrore. È questa la descrizione degli attacchi di panico fatta dallo psicoterapeuta Giovanni Porta, il quale sui sintomi spiega: «Si teme di morire, di impazzire o di non tornare mai più alla normalità. Sono attimi che durano millenni, e che lasciano profondi segni anche una volta passati. Infatti, chi soffre di attacchi di panico spesso comincia a vivere nel terrore che ritornino, alimentando un circolo vizioso di “paura della paura” che fa rintanare sempre più la persona in situazione protette e sicure almeno in teoria».
Che cosa si può fare per rimediare? Ecco 10 consigli da mettere in pratica subito per chi soffre di attacchi di panico:
1 – Imparare a conoscerli, divenire consapevoli delle varie fasi (insorgenza, apice, decrescita) e del fatto che non sono mortali né infiniti. Imparare a osservarli come si osserva un temporale fastidioso, sapendo che finirà e, grazie a questa convinzione, provare a conviverci. Per migliorare la capacità di osservare le proprie sensazioni con un po’ di distacco, può risultare utile apprendere le basi della meditazione. Ci sono persone che ne hanno anche molti al giorno. È essenziale in questi casi imparare a riconoscerli e a lasciarli passare.
2 – Comprendere che gli attacchi di panico sono solo un sintomo, e dunque non costituiscono il vero problema. Il vero problema è ciò che li causa, cioè la propria insoddisfazione esistenziale. Agire su di essa costruendo degli obiettivi raggiungibili. Chiedere, se serve l’aiuto di un professionista.
3 – Quando si percepisce che stanno per insorgere degli attacchi di panico, invece di subire passivamente le sensazioni fisiche spiacevoli che si stanno provando, fare qualcosa di concreto: muoversi, camminare, oppure raccontare a un amico ciò che si sta vivendo, mettere in atto delle tecniche di rilassamento e non farsi troppe paranoie mentali.
4 – Dedicarsi ad attività artistico – espressive: teatro, canto, pittura, movimento, scrittura. Qualsiasi cosa permetta di dare voce ai propri vissuti interiori. Molto utili in questo senso le principali artiterapie, in particolare la teatroterapia, perché permette di sperimentare in un gruppo protetto nuovi modi di comportarsi.
5 – Trovare il coraggio mandare a quel paese chi lo merita.
6 – Definire amici solo le persone di cui ci si può realmente fidare.
7 – Condividere con gli amici le proprie problematiche, e chiedere loro aiuto in caso di bisogno.
8 – Imparare a convivere con la propria paura e a fare figuracce, se sono funzionali al raggiungimento di qualcosa che davvero si desidera.
9 – Parlare con persone che hanno avuto attacchi di panico e che li hanno risolti
10 – Diventare consapevoli che gli attacchi di panico guariscono.
Gli attacchi di panico colpiscono il 3,5% nella popolazione mondiale. Nel corso della propria vita un individuo su tre ha sperimentato almeno un episodio di panico o ansia sotto forma di attacco senza che vi sia stata, successivamente, una cronicizzazione. È una patologia molto diffusa.
Le donne sono maggiormente a rischio, ma anche gli uomini non ne sono esenti e, purtroppo anche gli adolescenti si ritrovano sempre più spesso a fare i conti con questo male. In un 30-40% delle persone sparisce spontaneamente. In un altro 30% si ha la remissione con la terapia specifica, ma ci possono essere ricadute. Per un altro 30% circa occorre una terapia più prolungata.
«Sia nella pratica clinica, che nella mia esperienza personale, ho notato un profondo legame tra lo sviluppo degli attacchi di panico e la difficoltà delle persone che ne soffrono a esprimere la propria aggressività. – afferma lo psicoterapeuta Giovanni Porta – È come se tutta la rabbia non espressa sovraccaricasse la persona, ed esplodesse a volte in maniera incontrollata generando gli attacchi di panico (e spesso, proprio restando negli ambienti che si considerano sicuri, con le persone di sempre, si creano le condizioni che ne facilitano il ripetersi). Gli attacchi di panico di solito migliorano quando si smette di dirigere la propria aggressività verso se stessi invece che verso il mondo esterno per ottenere ciò che si desidera, quando si decide di convivere con la paura del fallimento invece di evitare di vivere pur di non provarla».
Giovanni Porta, psicologo psicoterapeuta di orientamento gestaltico, è esperto in alimentazione e teatroterapia, riceve a: Roma, via delle Lega Lombarda 13 (metro Bologna); Pomezia, via Rimini 5B ; Milano, via Ozanam 15 (metro Lima).
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