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Cultura: un web ricordo dell’artista Daniele Oppi

Cultura: un web ricordo dell’artista Daniele Oppi

Nel 15° anniversario della scomparsa dell’artista, due eventi web ricordano Daniele Oppi, creatore della cooperativa Il Guado a Robecchetto con Induno

La gomma del Ponte “Brooklyn”, Lambretta, Chicco, Boario, Zucchi… cos’hanno in comune questi brand italiani conosciuti e apprezzati in tutto il mondo? La grande creatività e capacità di comunicazione di Daniele Oppi. Artista a tutto tondo, fu conosciuto e apprezzato da icone della pittura e dell’arte contemporanea come Jasper Jones, Robert Rauschenberg, Andy Wharol.

Il giorno 9 febbraio ricorre la sua nascita. In occasione del 15° anniversario della sua scomparsa, verrà ricordato proprio in questa giornata con due eventi web. Il primo si terrà alle ore 12.00 sulla SocialTv della storica Libreria Bocca in Galleria Vittorio Emanuele con Franco Manzoni, critico del Corriere della Sera, e Francesco Oppi, figlio di Daniele, anche lui artista e fondatore di “Guado Officine creative dal 1969”, a Robecchetto con Induno. Il secondo evento, alle ore 18.00, sulla pagina Facebook “Ho sciolto i capelli” curata dalla poetessa Agnese Coppola, con Francesco Oppi e Gianni Bombaci, consigliere della Società Umanitaria. Insieme ricorderanno il grande artista, tra l’altro, Ambrogino d’Oro del Comune di Milano.

Daniele Oppi, artista, creativo valore aggiunto del made in Italy
Artista polivalente, poeta (vincitore tra l’altro del premio Giovanni Raboni) e uomo di comunicazione, Oppi già dal 1954, ovvero appena 22enne, si presentava come protagonista nei linguaggi di comunicazione creativa legati all’impresa.

Di lui si ricordano i lavori per Maserati, ma anche aver creato il nome Lambretta, il logo Zucchi, l’aver sviluppato nome, linea, marchio e strategia per Chicco, e per Ago Pic Indolor. Fu lui, per Bocchino a dare avviso alla nascita del concetto grappa nobile da consumo, disegnando anche la forma della bottiglia e il marchio, come pure per Libarna.

Nel 1969 lasciò dietro di sé ogni privilegio finanziario e si trasferì a New York dove mise alla prova al vivo la questione della collocazione del pittore al centro metropolitano dell’arte contemporanea. Fu lì che conobbe e frequentò alcuni dei più grandi artisti dell’arte dell’epoca.

Poi il ritorno in Italia, alla Cascina del Guado a Robecchetto con Induno, sul Naviglio Grande nel Parco del Ticino, divenuta di recente parte dei Luoghi del Cuore FAI. Qui inizia una attività pratica/intellettuale che vede svilupparsi tra l’altro anche un laboratorio di serigrafie d’arte e un crogiuolo di cultura frequentato da moltissimi artisti, persino da musicisti e creativi come Mogol e Battisti.

Gli ultimi anni e l’attività didattica
La sua fame di cultura è pari alla sua attività frenetica che lo porterà in molte parti del mondo.

Solo in Italia negli ultimi anni della sua vita ricordiamo la sua presenza a tre collettive tematiche cui è invitato, dal Comune di Milano, dal Centro Culturale Sassetti e dalla Società Umanitaria. Come visitor professor ha tenuto lezioni e incontri con i giovani all’Accademia di Brera, in istituti scolastici e associazioni.
Gli viene affidato un secondo seminario per laureandi e neo laureati dell’Università di Perugia organizzato dalla Regione Umbria. Nel 2002 tiene un’antologica, 70 opere anche di grande formato nei chiostri della Società Umanitaria.

Muore il 25 febbraio 2006. Nonostante l’invito del Comune di Milano ad essere traslate al Famedio del cimitero monumentale, le sue spoglie, per esplicite ultime volontà, sono nel piccolo cimitero di Malvaglio, in provincia di Milano. Nell’aprile 2006 il Museo de Premià de Dalt (Barcelona) gli ha dedicato una retrospettiva curata dal figlio Francesco, che porta avanti l’instancabile opera dell’artista e padre.

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