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Covid-19, crisi e disagi, fragilità e allarme mafie

Covid-19, crisi e disagi, fragilità e allarme mafie

È esponenziale il rischio di un ulteriore aumento della penetrazione delle mafie nel tessuto sociale ed economico del Paese

Prof. Mario Caligiuri

Covid-19 ed emergenza sanitaria. Il disagio sociale potrebbe diventare drammatico ed avviare una forte ripercussione sul Paese. Per cercare di comprenderlo nella sua effettiva importanza, dovremmo cercare di essere lucidi, unendo i punti rilevanti per contestualizzarli nel tempo e nello spazio. Temi questi su cui interviene Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence e direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria.

In un momento sanitario, sociale ed economico assai critico, lo Stato è fragile ed approfittarsene potrebbero essere ancora una volta le mafie, contando sulla potenza economica.

“Secondo l’Ocse la riduzione del Pil mondiale potrebbe essere compresa tra lo 0.5% e l’1.4% che in Italia si potrebbe tradurre nel 4-5% con il fallimento di circa 150.000 imprese, pari al 4% di quelle esistenti, e con un aumento della disoccupazione che potrebbe raddoppiare arrivando al 20%. – spiega Caligiuri – Un dato statistico parziale, perché occorre confrontarle con l’effettiva durata dell’emergenza. Infatti, una cosa è tornare alla normalità a maggio e un’altra farlo a luglio, tanto che i commercialisti stimano tra gli 85 e i 100 miliardi di euro di perdita del Pil per ogni mese di blocco totale”.

Il disagio sociale sicuramente ci sarà e non avrà alcuna delimitazione geografica, investendo in misura massiccia tutto il Paese. Con la diminuzione delle entrate fiscali, lo Stato avrà meno risorse non solo per gli investimenti ma anche per i servizi, come sanità, istruzione e welfare.

Nel nostro Paese, le regioni economiche trainanti della Lombardia, dell’Emilia-Romagna e del Veneto sono quelle più colpite e quindi, nonostante il maggiore benessere, potrebbero risentire persino in misura maggiore della crisi, con il rischio di devastanti rivolte sociali. Nel Sud è preoccupante il livello di povertà, mitigato dal maggior numero di stipendi pubblici e di redditi di cittadinanza.

In queste condizioni, è esponenziale il rischio di un ulteriore aumento della penetrazione delle mafie. In ogni caso, occorre che l’intelligence, con grandissima attenzione, esamini in funzione predittiva in tutta Italia il rischio di disagio sociale che se dovesse superare la soglia di guardia potrebbe certamente incidere sulla sicurezza nazionale e quindi sulla tenuta delle istituzioni democratiche.

“Al momento, stando ai sondaggi, che vedono il gradimento del premier Conte al 62%, questo rischio sembra non essere attuale. Ma oltre alla manipolazione mediatica della realtà esiste anche la realtà. E nei prossimi mesi avremo modo di constatare cosa prevarrà”, conclude l’esperto.

Danilo Lenzo
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