Vivere un’esperienza a contatto con la natura è possibile nei boschi del Ticino, dove esistono vari itinerari e un appuntamento, per domenica 3 febbraio
Passeggiare nel bosco è sempre salutare, fonte di benessere e di ispirazione. C’è chi come il poeta e scrittore Henry David Thoreau ci andava perché desiderava “vivere con saggezza”, c’è chi ha creato pensieri e libri che ancora oggi leggiamo, per grandi e piccini. Basti pensare al Bosco dei Cento Acri, quello di Winnie the Pooh e dell’allegra brigata, o al più serio e contemplativo, ma non meno piacevole Bosco degli urogalli di Mario Rigoni Stern. Per chi vuole riscoprire il fascino di quest’ambiente unico, segnaliamo la possibilità di immergersi nei boschi del Parco del Ticino, che rappresentano l’ultima e la più importante area forestale della Pianura Padana.
Un appuntamento alla scoperta del Ticino e del suo bosco
Per domenica 3 febbraio 2017, l’associazione Codibugnolo organizza un’uscita, con partenza a Pontevecchio di Magenta, dalla riserva naturalistica “La Fagiana”. Si intitola “Tequim, storie di natura sul filo dell’acqua. Alla scoperta della preziosa natura del Parco del Ticino” e si propone come un cammino lungo tratti di bosco “che sembrano usciti da una fiaba”, afferma l’associazione. La presentazione della gita prelude a un’esperienza affascinante, immersi nei profumi del sottobosco, intenti a imparare a leggere i tanti ambienti presenti con i loro segreti, custoditi da piante e animali. “Passo dopo passo giungeremo a ridosso del Ticino dove scopriremo la vera essenza di “Tequim”, come si chiamava in passato il fiume azzurro, abbandonando i nostri sensi a una straordinaria bellezza”.
Promossa dal Parco del Ticino è aperta a un ampio pubblico, dai 6 anni in su, ma è a numero chiuso: per iscriversi occorre mettersi in contatto con gli organizzatori, a questo link.
Itinerari nel bosco: ecco alcuni punti da non perdere
Ma per chi volesse scoprire tutti i giorni la bellezza dei boschi del Ticino, che si distendono su un’area di circa 20mila ettari, segnaliamo diversi itinerari. Tra questi la Riserva “La Fagiana”, disposta in un’area che oltre a Magenta, che comprende anche tratti a Boffalora Ticino e a Robecco sul Naviglio, occupa un’area di circa 500 ettari. Si tratta di un sito di notevole interesse naturalistico, scientifico e turistico, segnala l’Ente Parco che nel 1984 acquistò gran parte dell’antico territorio di caccia trasformandolo nell’attuale. Uno spazio che merita di essere scoperto.
Qualche chilometro più in là, c’è la Lanca di Bernate Ticino, di cui abbiamo raccontato di recente l’intervento per far rinascere il bosco antico. Il percorso parte dalla Canonica di Bernate, attraversa aree agricole e raggiunge il Ticino, passando dal bosco. Da vedere è il calendario celtico, posto su un’area alla sommità del fiume ed è possibile scoprire e ammirare l’avifauna acquatica attraverso le fessure dei punti d’osservazione realizzati nelle vicinanze.
Sempre in prossimità dell’area Parco del Ticino, tra Castelletto di Abbiategrasso e Bereguardo si può percorrere l’alzaia del Naviglio di Bereguardo. Si tratta di un canale artificiale, destinato originariamente alla navigazione interna, scavati tra il basso Medioevo e il XIX secolo nel Milanese, realizzato in gran parte tra il 1457 e il 1470 per volontà di Francesco I Sforza Duca di Milano. Merita una visita lungo il percorso la bellissima Abbazia circestense di Morimondo. Lungo l’alzaia c’è una ciclopedonale che permette di raggiungere, percorrendo un lungo tratto completamente dedicato alle biciclette, il Ponte di barche di Bereguardo, davvero suggestivo, che collega le due sponde del fiume Ticino e del territorio adiacente del Parco Naturale del Ticino.
A proposito di ponti, per chi è in vena di avventura c’è il ponte tibetano nell’area Parco a Turbigo, in località Tre salti nell’Area Ex Vita Mayer presso il ponte cittadino. È un ponte sospeso in acciaio e legno di lunghezza circa 70 metri sospeso a otto metri dall’acqua e lo s’incontra e percorre a piedi o in bicicletta. L’attraversata è avventurosa, ma sicura purché – evidenzia l’ente Parco – si rispettino le poche regole indicate sulla cartellonistica: bici alla mano, attraversamento in fila indiana. Attraversato il ponte imboccare il sentiero subito a destra. “Il percorso si addentra in un giovane bosco che costeggia il Ticino, per poi rituffarsi nella vegetazione”.
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