Un viaggio nel mondo dell’artista Lucrezia Minerva
“Quando ami qualcuno gli dici ti amo! Pochi fronzoli! Non dici mi piaci per questo e per quest’altro e quindi ti amo. Dici ti amo e basta”.
No, non sono andata ad un incontro su come comunicare nelle relazioni sentimentali, ho invece esposto ad una mostra d’arte del territorio (Inverart) e ho conosciuto un’artista che ha catturato la mia attenzione. Ogni volta che passavo davanti ad uno dei suoi quadri, rimanevo bloccata lì a fissarli. Quadri “astratti”, di cui mi colpivano degli elementi: netti contrasti tra chiari e scuri, senso di profondità e prospettiva, e una “geometria armonica”, la chiamerei così, a volte un colore.
L’ultimo giorno, stavamo ormai smontando, vedo l’artista in questione e glielo dico: “I tuoi lavori mi fanno impazzire”. A guardarla, sinceramente, all’inizio, ero un po’ intimorita: un che di austero. Un cappotto con una trama bianca e nera, forse dei pantaloni neri, una sciarpa rossa, e un occhiale squadrato nero: sembrava un tutt’uno coi quadri esposti.
Quando le ho dubbiosamente rivolto la parola, l’austera figura ha preso colore, e ho iniziato a scoprire il mondo che avevo solo intuito dietro i suoi lavori, i lavori di Lucrezia Minerva.
Ed eccoci al “ti amo”.
“Non essere didascalica. Non ti serve disegnare una persona che soffre per dire che le persone soffrono, togli, togli tutto quello che non è la sostanza, togli tutto quello che è di contorno a quello che è il senso: lascia solo la verità. Non dire mi piaci per questo e per quello, dì ti amo”.
Il fulcro della ricerca artistica di Lucrezia è una ricerca esistenziale: un continuo scavare nel profondo della propria coscienza e percezione del mondo, trasposto poi in opera d’arte.
Studi architettonici, scenografici e fotografici alla base, già evidenti ad un primo sguardo, è però proprio dalla sua filosofia di vita che riusciamo a cogliere e interpretare gli elementi ricorrenti e profondi dei suoi lavori. Forme, rigide geometrie, regole, tempo e spazio vengono trascese per esprimere connessioni con leggi cosmiche.
Nel 2001 Lucrezia incontra il buddhismo: “Mi ha cambiato la vita. Spesso la nostra personalità è schiacciata, non ha spazio di manifestarsi, il buddhismo, invece, mette al centro il potenziale dell’uomo. L’individuo ha la possibilità di cambiare sé stesso, e, a partire da questo, cambiare il mondo intero, perché ogni individuo ha in sé l’energia dell’universo. Siamo universo, e la pace che siamo in grado di creare in noi è la pace che possiamo portare nel mondo”.
Di pace e guerra parla l’opera “Arma – menti”.
Armamenti rappresenta la condizione del mondo di oggi, sottoposto a guerre e tensioni: agli “armamenti”. Ma questa condizione mondiale, ci dice l’artista, altro non viene che dalla nostra condizione esistenziale, dalla nostra scelta di “armare la mente, arma-menti” davanti alla realtà.
E così, l’armarci gli uni contro gli altri, contro i nostri vicini e familiari, a partire dai nostri pregiudizi e schemi mentali, si specchia nella società di guerra cui assistiamo.
“Ma non mi piace distruggere senza costruire, per questo, nei miei lavori, cerco di mostrare anche l’altra faccia della medaglia”. Ecco che fa capolino l’“uomo-universo”, e le suggestive immagini “spazio – temporali” e astrali:
“Tutto sta nella nostra capacità di di guardare al di là del visibile”, perché “nulla è ciò che sembra”, (titolo di un’altra opera, la cui raffigurazione cambia totalmente nel passaggio dal pittorico allo scultoreo). Serve “cambiare il punto di vista” sul mondo, ma prima di tutto su noi stessi e le nostre possibilità.
Sito web dell’artista: http://www.lucreziaminerva.it/ Instagram: @lucrezia.minerva
Come al solito ecco il mio sketch, uno schizzo liberamente ispirato all’artista e alle sue opere: una donna che cammina nello spazio, la cui energia viene dal cosmo e in esso ritorna.
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