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Turismo, la rivincita dei Comuni che sfidano la crisi

Turismo, la rivincita dei Comuni che sfidano la crisi

Un Comune su tre in Italia è meta di turismo, con un giro d’affari di circa 132 miliardi. La Lombardia è leader per ricavi, con 127 Comuni turistici

Quante volte diciamo che l’Italia potrebbe vivere grazie al turismo. In effetti, l’opinione trova qualche riscontro nel business generato dai Comuni vocati al turismo. Il Belpaese ne conta 2821, quasi un Comune su tre, con un giro d’affari che sfiora i 132 miliardi di euro. A fornire i numeri è la Camera di Commercio di Monza Brianza su dati Istat. In base alla classificazione dell’Istituto statistico delle località turistiche per l’elaborazione dei flussi di visitatori, si contano in Italia:

• 350 città d’arte
• 705 località collinari
• 1.216 località montane
• 326 comuni marittimi
• 130 comuni lacuali
• 90 località termali
• 4 località religiose

Tutti questi paesi e cittadine mettono in moto 540.000 imprese del turismo, suddivise tra attività di commercio al dettaglio (280.000), imprese vocate alla ricettività (40.000), ristoranti (più di 182.000), imprese di noleggio di auto, biciclette e altri mezzi di trasporto (4.405), servizi di biglietterie, di prenotazione e guide turistiche (2.222), attività creative artistiche e d’intrattenimento (9.387), più di 25.000 attività sportive e 131 stabilimenti termali.

Come sottolinea la stessa Camera di Commercio, si tratta di “una fitta rete di imprese che cresce, grazie anche ai flussi turistici, in un anno dello 0,4% e del +1,9% in cinque anni”. A guidare la classifica dei ricavi sono le città d’arte: il giro d’affari generato considerati acquisti, cene fuori, alloggi e intrattenimento supera i 101miliardi di euro.

Lombardia regina del turismo
Sempre in termini di ricavi è la Lombardia a guidare la classifica per regioni, con un giro d’affari di circa 49 miliardi di euro in un anno, di cui 43 solo a Milano.
Secondo i dati Istat, sono 15 le città d’arte lombarde, 12 le località collinari, 53 quelle lacuali, 38 montane e 9 termali, per un totale di 127 comuni turistici, che grazie ai flussi di visitatori mettono in moto oltre quasi 53mila imprese del turismo.

Nel dettaglio sono 24mila attività di commercio al dettaglio, quasi 3mila imprese della ricettività, quasi 21mila ristoranti, 400 imprese di noleggio di auto biciclette e altri mezzi di trasporto, 238 servizi di biglietterie, di prenotazione e guide turistiche, 4mila attività di intrattenimento tra arte e sport e 12 stabilimenti termali (in un anno dello 0,3% e del +3,8% in 5 anni).

Brescia è la provincia con più località turistiche della regione (35), seguita da Bergamo (19) e Varese (17). Per business legato al turismo, dopo il capoluogo seguono comuni di Bergamo con 1,9 miliardi di euro e di Brescia con 1,8 miliardi.

Ma la Lombardia mostra altri punti forti legati al turismo. Nel 2017 sono state 39 milioni le presenze turistiche in regione e si piazza seconda, tra le regioni in Italia, per la spesa media che ogni giorno i viaggiatori stranieri dedicano alla ristorazione.
Inoltre, è tra le mete preferite per le strutture all’aperto: su 2.144 strutture di ricezione all’aperto (campeggi e villaggi) attive sul web, il 10% si trovano nella nostra regione.

Se si guarda invece alle case-vacanze, che in Italia rappresentano oltre la metà (52%) dell’offerta ricettiva turistica totale, in questo caso si segnala un aumento di strutture: gli appartamenti per le locazioni turistiche sono cresciuti del 482%, con 5626 strutture.

La cultura traina il turismo e la Lombardia primeggia
Crescono le imprese condotte da giovani, ma si registra anche un vero e proprio boom di guide turistiche, a conferma che la cultura è un volano d’affari davvero importante anche in termini di attrattività turistica: secondo il rapporto 2018 “Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, elaborato da Fondazione Symbola e da Unioncamere, la Lombardia con 24 miliardi di euro di valore aggiunto e 350.000 addetti è la prima regione in Italia per creazione di valore aggiunto e occupazione del sistema produttivo culturale e creativo.

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