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Imparare a confrontarci con le fragilità dei nostri figli

Imparare a confrontarci con le fragilità dei nostri figli

Il convegno organizzato da Comunità Pastorale, Comune di Magenta ed Associazione Ecomunità, ha fatto luce sulle fragilità dei giovani e il rischio dipendenze

Se pensiamo alla fragilità la prima cosa che ci viene in mente è il vetro. Ma la fragilità è una condizione, sperimentata innanzitutto da noi esseri umani, in particolare nell’età dell’adolescenza. È una fase delicata, questa, che precede il passaggio all’età adulta, e che va affrontata nei tempi e nei modi giusti. Come tutte le fasi di transizione, sono ricche di opportunità, ma anche di rischi, che possono assumere varie forme, tra cui le più insidiose sono le dipendenze: da droghe, alcol, ma anche da cibo o dalle nuove tecnologie. Il convegno dello scorso 21 marzo “Le fragilità dei giovani. Riconoscerle e Accompagnarle” ha avuto il merito di evidenziare le complessità della vita dei Millenials, le nuove generazioni digitali con particolare attenzione ai ragazzi nati tra il 1997 e il 2010.

Il convegno
Il largo apprezzamento del pubblico (aula consiliare piena, 200 utenti connessi alla diretta via Facebook coordinata dalla Comunità Pastorale) fa comprendere bene che l’iniziativa, organizzata dalla Comunità Pastorale di Magenta in stretta sinergia con il Comune di Magenta (che l’ha anche patrocinata) e con l’associazione culturale Ecomunità, ha colto nel segno. Erano molti, infatti, i genitori in sala, ad ascoltare i relatori, davvero bravi a mostrare lo scenario e a saper interpretare le domande e i dubbi di noi adulti verso i giovani, ossia verso i nostri figli.
Ad aprire la serata, dopo il saluto dell’amministrazione comunale e della Comunità Pastorale, è stato Davide Basano, dirigente scolastico dell’ICS “Carlo Fontana” e Liceo Scientifico “Donato Bramante”, nel ruolo di moderatore dell’incontro. Ha subito posto una domanda: «I giovani di oggi sono così diversi da quelli del passato? E quali sono le trappole in cui le generazioni odierne possono incappare?», sottolineando che in questa fase delicata qual è l’adolescenza è cruciale il ruolo di accompagnamento da parte degli adulti, che siano genitori, insegnanti, religiosi, educatori, allenatori.
«I tempi lunghi sono fondamentali per maturare rapporti e relazioni», ha affermato, evidenziando una prima fragilità dei ragazzi: l’incapacità di ritrovarsi in gerarchie e ruoli, in cui tutto e tutti sono posti sullo stesso piano, senza comprendere le naturali differenze e livelli. «Nel contesto socio culturale odierno spesso prevale la costruzione della propria identità nel web: il rischio di conseguenza è che l’approvazione non la si cerca nella sfera familiare, ma attraverso i “like”».

La dipendenza e la sfera psicologica
Chiara Crivelli, psicologa e psicoterapeuta, ha approfondito in particolare la questione delle dipendenze, fisiche e psicologiche, che nascono da carenze che vengono compensate con droghe, cibo e, sempre più spesso, col Web. «La dipendenza prende il sopravvento su tutto: l’oggetto diventa il centro e non più se stessi, e la sua assenza o presenza sono determinanti nel proprio agire». E a proposito del confronto generazionale, tra adolescenti del presente rispetto al passato sottolinea la precocità delle dipendenze: «Nel cibo si assiste addirittura a una dipendenza da cibo (in eccesso o in quantità insufficiente) o prima dei 10 anni, con l’alcol si arriva anche a 12/13 anni».

L’ambito scolastico
La scuola è un ambiente privilegiato di osservazione e di confronto con i giovani. Per questo è stato importante il contributo offerto da Maria Grazia Pisoni, dirigente scolastico dell’Istituto “Einaudi” di Magenta. «I ragazzi, fin dall’infanzia, sono esposti a moltissime sollecitazioni extrascolastiche, avendo una giornata affollata di impegni che non crea spazi vuoti, in cui annoiarsi anche, ma è fondamentale per lo sviluppo della fantasia e della creatività». È un problema che spesso e volentieri è alimentato dai genitori, che spesso vedono nei propri figli la proiezione delle loro aspettative e della loro realizzazione. Niente di più sbagliato: «Si presta scarsa attenzione alla loro sfera emotiva, abituati a chiedere che voto hanno preso e non come si sentono», rileva. Subentra l’ansia da prestazione, in quanto abituati a dover cogliere il successo, sempre. Da qui l’incapacità di gestire gli insuccessi. I genitori hanno certo dei demeriti evidenti in questa situazione: spesso poco presenti, eccessivamente o morbosamente appassionati dei propri figli, fanno fatica però a dialogare con loro. La scuola è e resta un punto di riferimento, che «ha il compito di accompagnare il giovane a scoprire le proprie qualità e propensioni», rilevando l’importanza del dialogo, con loro e con i genitori, e dell’accompagnamento nel loro cammino scolastico tra la primaria e le superiori.

I giovani e l’importanza di saper scegliere
Anche l’ambito religioso ha una parte importante, in tema educativo e di accompagnamento. Don Davide Pepe, responsabile della Pastorale giovanile di Corsico, ha voluto contribuire con la propria esperienza: «Parlare di giovani e fragilità mi mette un po’ a disagio in quanto sembra di mettere a confronto un prodotto e un suo difetto. Personalmente ho avuto e ho tuttora la grazia di essere a contatto con i giovani, e questa relazione e prossimità la giudico una grazia, che mi ha aiutato sia a crescere sia a comprendere meglio il Vangelo», esordisce. Non fa distinzione alcuna, anzi è proprio in questo contatto ubiquo che trae questa riflessione. Certo, i giovani hanno fragilità, innanzitutto nella loro estrema sensibilità che li espone a rischi maggiori. Da qui il ruolo di noi adulti: «Noi dobbiamo essere il contesto positivo e lo possiamo essere solo se siamo adulti contenti di esserlo; la vita è fatta per compiersi e la vita adulta lo è».
È importante che ci sia questo confronto positivo, che li possa aiutare a crescere, a fare delle scelte, a imparare a gestire le proprie frustrazioni e gli insuccessi, a soffrire: «se non si impara a soffrire non si impara ad amare».

I nuovi pericoli: Internet Addiction
A concludere gli interventi il parere medico psichiatrico, offerto dalla dottoressa Ilaria Di Bernardo, che ha illustrato in particolare il tema dell’Internet Addiction, ovvero la dipendenza patologica dalla Rete: «I Millenials sono la generazione che rispetto a quelle precedenti ha avuto sin da subito facile connessione con il Web». Pur sottolineando anche gli indubbi elementi positivi del Www, e delle enormi opportunità collegate, presenta anche molti rischi specie per i nativi digitali. Gli effetti collaterali di chi sperimenta dipendenza sono devastanti: rabbia, depressione, apatia, addirittura nei casi più estremi trance dissociativa da videoterminale.
La ricetta per evitare il più possibile questi rischi è vigilare sui propri figli, sui giovani, sapendo cogliere da subito i segnali del disagio prima che esploda. Siamo tutti chiamati in questo, genitori, docenti, sacerdoti, educatori. La capacità di dialogare con loro, di «mettersi in sintonia con i loro bisogni reali», diventa cruciale, conclude Basano.

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