Come godersi le ferie dalla partenza fino al rientro e la tecnica R.S.E. - Riorganizzazione dello Stress Emozionale
Godersi la vacanza e rigenerare la mente è un’impresa possibile. Basta seguire qualche consiglio pratico per evitare stress, nervosismo, irritabilità. Dalla preparazione della valigia all’arrivo nella meta turistica tanto sognata, fino allo “spauracchio” del rientro al lavoro, lo stress da vacanza è sempre in agguato. Paradossalmente oltre alla “post vacation blues”, cioè la temuta sindrome da rientro che secondo i dati ISTAT colpirebbe oltre 6 milioni di italiani con bassi livelli d’umore e irritabilità, sono anche i giorni che precedono la partenza e gli stessi giorni di riposo a essere minacciati dallo stress.
La preparazione di itinerari, trasporti e valigie, infatti, genera preoccupazioni e ansie, accumulando tensione che andrà a inficiare i benefici dei tanto agognati giorni di ferie. Non è tutto: le aspettative superiori alla realtà, il budget ristretto, l’ansia di chi prenota all’ultimo, le ragioni alla base dello stress da vacanza sono molteplici. Un problema studiato da illustri scienziati e massimi esperti delle performance sul lavoro a livello internazionale, ancora alla ricerca dei reali effetti di questo diffuso disagio tipico dell’era moderna.
Secondo Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia: «All’inizio sembra di non poter partire e alla fine sembra di non poter ricominciare. La frenesia della partenza e la tristezza del ritorno sembrano una storia infinita che si ripete ogni estate. La nostra cultura in continua presa diretta, della “neverending connection” non ci aiuta a staccare. I cicli che compongono le attività quotidiane, conditi da pensieri legati agli insuccessi lavorativi o ai fallimenti aziendali, diventano addirittura un incubo con l’approssimarsi di una pausa lavorativa.
La vacanza stessa è un ciclo fondamentale della nostra esistenza, aprirlo significa sospendere tutti gli altri cicli in essere e questo procura fortissimo stress. Prima delle vacanze tutto ciò che era sospeso ed in attesa, diventa importante. La preoccupazione di lasciare questioni in sospeso cresce, soprattutto per chi occupa delle posizioni di responsabilità che richiedono una continua reperibilità. Andare in vacanza con le cose a posto, invece, riduce lo stress e restituisce energia».
Ecco il decalogo della master coach Marina Osnaghi per battere l’ansia da vacanza.
Fase 1: prima di partire
- 1. Gestisci il senso di urgenza ponendoti 5 domande in grado di facilitare la partenza (scrivi le risposte su un foglio e ti ritroverai il piano di azione che ti accompagnerà in vacanza): cosa posso sospendere? Cosa posso delegare ad altri? Cosa devo fare subito? Quello che penso di dovere fare subito, è veramente necessario ora? Posso intavolare una negoziazione?
- 2. Fai una lista di quel che farai al ritorno: serve a svuotare il cervello, a dargli un senso di ordine e controllo.
- 3. Chiudi ufficialmente tutti i cicli ed apri ufficialmente dentro di te il “file vacanza”: potrebbe essere utile anche un gesto fisico come un’affermazione a voce alta.
Fase 2: durante il viaggio
- 4. Completa i compiti strettamente necessari nei momenti più ideali e al minimo penalizzanti per te e i tuoi cari.
- 5. Fai le telefonate da posti comodi. In una stanza fresca con un bel panorama, oppure mentre passeggi in riva al mare in un momento di quiete.
- 6. Tieni conto che si presenterà naturalmente un momento in cui il rilassamento farà emergere la depressione. Parliamo della Sindrome Generale di Adattamento che si manifesta attraverso tre fasi: la reazione di allarme mette l’individuo nella miglior condizione di combattimento o fuga, la resistenza o adattamento e, infine, l’inevitabile esaurimento, che conduce alla depressione dopo il picco di resistenza acuta che si ha prima delle ferie.
Fase 3: rientro al lavoro
- 7. Se una settimana prima cominci a pensare che devi tornare, cerca di distrarti con qualcosa di piacevole e rimanda l’apertura del ciclo del ritorno.
- 8. L’ultimo giorno passa in rassegna le gioie della vacanza: redigi una lista di tutto quel che la vacanza ti ha regalato e ringrazia te stesso e chi ha partecipato con te della gioia.
- 9. Se la tristezza continua, pensa a cosa c’è di positivo nella vita di tutti i giorni che ti motiva a viverla e poi concentrati su un fatto piacevole.
- 10. Rielabora lo stress utilizzando un facilissimo esercizio che serve ad agevolare la reazione di rielaborazione dello stress: la Riorganizzazione dello Stress Emozionale (R.S.E.) è una tecnica kinesiologia che serve a riorganizzare in modo creativo le risorse del sistema corporeo in relazione ad un fattore stressante, che cesserà di essere tale dopo un numero adeguato di ripetizioni dell’esercizio.
«Ci si deve mettere nell’ottica che la pausa estiva è parte delle attività organizzative, il giusto riposo dopo lunghe fatiche. – spiega Marina Osnaghi – Una forma di manutenzione obbligatoria da attuare per continuare ad apportare risultati efficaci per l’azienda, nel team e in famiglia. Pensando in termini di semplificazione, l’obiettivo è quello di sospendere le attività e limitarsi al minimo indispensabile durante le vacanze.
Bisogna trasformare il senso di colpa dell’assenza in una consapevolezza di necessità e salute. Recenti studi hanno, infatti, dimostrato che limitare il numero di ore di lavoro giornaliero aumenta la produttività e l’efficacia delle persone. È obbligatorio ricordarsi del diritto ad un meritato riposo. Dopo di noi non c’è il diluvio universale: le persone possono gestire le situazioni anche in nostra assenza. PC e smartphone diventeranno strumenti primari di serenità: non siamo i loro schiavi, ma sono loro i nostri alleati e così la neverending connection diventa un vantaggio».
La master coach consiglia anche “La Riorganizzazione dello Stress Emozionale o R.S.E.. È una tecnica utile a riorganizzare le risorse del nostro sistema corporeo in relazione ad un fattore stressante e debilitante, che cesserà di essere tale. Per eseguire la R.S.E. occorre posizionare una mano sulla fronte, in corrispondenza dei lobi prefrontali del cervello, e contemporaneamente immaginare ad occhi chiusi la situazione fonte di stress con il maggior numero di dettagli possibili: suoni, odori, colori, persone, luoghi, stati d’animo.
Più precisa è la visualizzazione altrettanto precisa sarà la risposta corporea. Non bisogna immaginarsi soluzioni, bisogna solo immaginarsi la situazione fonte di disagio. La tecnica può durare da un minimo di 40 secondi fino anche a 10 minuti. Di solito si comprende che si può interrompere perché qualcosa cambia nella prospettiva o semplicemente perché ciò che sembrava così stressante non lo sembra più così tanto.
È possibile che nel frattempo si manifestino irrequietezza, pianto o reazioni simili, ma è regola basilare non staccare il contatto fino a che la tecnica non è terminata. Una volta completata, saremo in grado di vivere la situazione in questione in modo meno debilitante, più creativo e da diverse prospettive.
Il nostro cervello rielaborerà lo stress senza bisogno che ci pensiamo troppo e ci aiuterà senza che noi dobbiamo fare troppa fatica. Ciò che di solito accade è che ad un certo punto nascono nuove idee, che prima non c’erano.
Se la situazione di stress è particolarmente complessa, potrebbe essere necessario ripetere alcune volte in momenti differenti la tecnica, per arrivare ad un risultato soddisfacente. È possibile integrare la mano sulla fronte posta in corrispondenza dei riflessi della corteccia prefrontale, con una mano posta sull’occipite in corrispondenza dei riflessi visivi.
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