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Gli amici di Mariano e la mostra sul Sudafrica

Gli amici di Mariano e la mostra sul Sudafrica

I suoi amici hanno organizzato a Magenta in sua memoria la mostra "Shosholoza", una selezione delle fotografie che aveva scattato nel 2015 durante un viaggio in Sudafrica.

I defunti continuano a vivere nel ricordo dei vivi, soprattutto se sono state delle belle persone. È il caso di Mariano Medda, giovane giornalista appassionato di fotografia, precocemente scomparso a 35 anni a causa di un incidente stradale alle porte di Milano nel settembre del 2016.

I suoi amici, con il supporto dei familiari e il patrocinio del Comune, hanno organizzato una mostra fotografica (Shosholoza) in sua memoria nei giorni 20, 21 e 22 gennaio 2017, nella Sala Galli di Magenta (ex sala consiliare) in piazza Formenti.

Lo scopo di questo evento culturale è di ricordare Mariano, come hanno spiegato il fratello Francesco e l’amico Elia Murgia, attraverso l’esposizione di una selezione di foto da egli scattate durante un viaggio in Sudafrica nel 2015 con la fidanzata Elisa. Per l’occasione, alcuni suoi scatti sono stati anche messi in vendita a scopo benefico, al fine di sostenere il Comitato “Maria Letizia Verga”, per lo studio e la cura della leucemia del bambino, cui era particolarmente legato, avendo dovuto affrontare la malattia in tenera età.

È stata la prima di una serie di iniziative per ricordare Mariano, collega e amico che ho avuto il piacere di conoscere quando da ragazzino ha iniziato a muovere i primi passi nel giornalismo della provincia milanese. È stato sempre gentile, attento, acuto e leale in ogni sua attività.

Con lui avevamo diverse cose in comune, come il fatto di essere “isolani”, lui originario della Sardegna ed io siciliano, nonché di essere entrambi nati in Gennaio e, pertanto, dei tenaci Capricorni.

Ricordo anche quando, nel 2010, mi contattò per recensire il mio primo libro noir “Racconti al Buio”. Era veramente contento di questa iniziativa editoriale. Rimasi più sorpreso del suo articolo che, vista la precisione che lo contraddistingueva, scrisse solo dopo aver letto il libro: aveva colto, più di altri autorevoli giornalisti, l’essenza del romanzo e in maniera semplice l’aveva descritta ai suoi lettori.

Aveva cura dei dettagli, gli stessi che si possono cogliere nelle sue foto, veri e propri “racconti”. Questo era per me Mariano Medda, incrociato per l’ultima volta nell’estate del 2016, in strada, mentre trascinava un trolley. Mi salutò con il suo inconfondibile sorriso. Era in partenza. Qualche mese dopo ci avrebbe lasciati fisicamente, ma non affettivamente. Un abbraccio Mariano, ovunque tu sia adesso.

Danilo Lenzo
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