In Italia ci sono quasi 2 milioni e mezzo di giovani che non fanno nulla. Sono chiamati anche “gli invisibili” perché non appaiono da nessuna parte.
L’Italia non è un Paese per giovani ma è possibile correre ai ripari. Il Distretto di Magenta, alle porte di Milano, ha raccolto questa sfida e, insieme alla Cooperativa Sociale Officina Lavoro Onlus e l’Azienda Speciale Consortile Servizi alla Persona, ha avviato il Progetto “Officina dei Mestieri”, coordinato dal dott. Antonio Auletta, grazie anche ad un parziale contributo della Fondazione Ticino Olona. È un progetto sperimentale che i promotori intendono portare avanti.
È molto ambizioso pur nella sua semplicità: attività rivolta a giovani under 25; percorso di orientamento di gruppo per definire il progetto individuale per ogni ragazzo/a in base ad attitudini, interessi e soprattutto fattibilità; un tirocinio di alcuni mesi con una forte valenza formativa.
Al centro del progetto c’è la Neet Generation, dove Neet è l’acronimo inglese di “Not (engaged) in Education, Employment or Training”, che in italiano significa: “Non impegnati nello studio, né nel lavoro, né nella formazione”. L’Italia ha un triste primato: ci sono quasi 2 milioni e mezzo di giovani (15 – 29 anni) che non fanno nulla. Vengono chiamati anche “gli invisibili” perché non appaiono da nessuna parte, eppure rappresentano un grande problema destinato ad amplificarsi sempre di più negli anni a venire.
Tra i giovani Neet, una piccola parte ha conseguito una laurea (poco meno del 10%) mentre il restante 90% si divide tra chi ha conseguito un diploma superiore e chi si è fermato alla scuola dell’obbligo. Questi ultimi rappresentano l’anello più debole con una prospettiva di rimanere sempre ai margini del lavoro e della società. Se la scuola dell’obbligo si conclude generalmente tra i 14 e 15 anni, vuol dire che molti ragazzi con solo la terza media, anche solo ventenni, hanno già accumulato sulle loro spalle cinque anni di nulla facenti, e più passa il tempo, più difficile si presenta la loro possibilità di modificare questa condizione.
Chi può intervenire per invertire questo fenomeno? I primi due ambiti educativi per eccellenza per i ragazzi/e in giovane età, la famiglia e la scuola, hanno abdicato al loro ruolo naturale e istituzionale, e a questo punto non resta che il livello politico, quale governo dell’insieme sociale, a leggere e individuare delle strategie per scongiurare questo fenomeno.
Il Progetto “Officina dei Mestieri” è una delle risposte concrete per dare nuove opportunità a questa generazioni di invisibili, attraverso percorsi di formazione che possano dare ai ragazzi/e coinvolti un valore aggiunto per essere qualcuno e misurarsi in maniera più adeguata nel mondo del lavoro. Un ruolo importante lo rivestono le imprese e gli artigiani del territorio che possono svolgere un ruolo fondamentale per il successo di questa iniziativa che, comunque, ha un carattere sperimentale.
Ospitare un tirocinio non costa nulla ed oltre al valore sociale di offrire un’opportunità di crescita ad un/a giovane, può rappresentare anche una utilità per lo stesso imprenditore. Il tirocinante svolge un compito all’interno dell’organizzazione e con il passare del tempo aumentano le sue capacità e autonomie; l’imprenditore può formare un giovane a costo zero in funzione della propria attività, cosa che potrebbe tornargli utile in caso di bisogno; il tirocinio di alcuni mesi rappresenta anche un modo interessante per conoscere un ragazzo/a e valutare il suo impegno, il livello di responsabilità e affidabilità, componenti importanti quando si cercano nuovi/e collaboratori/trici.
Il Progetto “Officina dei Mestieri”, avviato a marzo del 2016 e ancora in fase di attuazione, ha coinvolto fino ad ora 17 ragazzi tra i 17 e i 24 anni, di cui 12 maschi e 5 femmine, provenienti da 7 Comuni del Magentino.
Di questi ragazzi solo 2 hanno conseguito una qualifica professionale alle scuole superiori, gli altri 15 hanno frequentato fino alla scuola dell’obbligo. Invero, qualcuno si è anche iscritto al primo anno di superiori ma poi ha abbandonato.
I ragazzi, comunque, hanno partecipato ad un percorso di orientamento, con un intervento sia individuale sia di gruppo. Questi sono stati fino ad ora i risultati del progetto: 3 ragazzi hanno frequentato un corso di formazione; 7 ragazzi hanno iniziato un tirocinio formativo presso un’azienda del territorio; 2 ragazzi hanno trovato lavoro. Con gli altri ragazzi si continua il lavoro di orientamento e di supporto nella ricerca lavorativa. La Cooperativa Officina Lavoro desidera dare continuità al progetto, per questo sta ricercando la possibilità d ottenere fondi in diversi ambiti.
Per saperne di più scrivere a info@officinalavoro.it o visitare il sito www.officinalavoro.it.
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