728 x 90

Gli italiani e la cultura, è tutto un vuoto a perdere

Gli italiani e la cultura, è tutto un vuoto a perdere

Dalle mancanze, scritte e orali, degli studenti evidenziate nella propria lingua madre, alle statistiche Istat sulla inerte attività culturale il quadro è allarmante

Da quell’Io speriamo che me la cavo, celebre libro e film degli anni Novanta, sono trascorsi più di vent’anni e nel frattempo la cultura italiana pare non se la stia cavando molto bene. Tutt’altro: è di questi giorni il monito, in formato di lettera, scritto e firmato da 600 docenti universitari indirizzata al presidente del Consiglio, al ministro dell’Istruzione, al Parlamento, per evidenziare lo scadimento della conoscenza della lingua italiana degli studenti.

L’appello dei docenti universitari
“È chiaro ormai da molti anni che alla fine del percorso scolastico troppi ragazzi scrivono male in italiano, leggono poco e faticano a esprimersi oralmente. – si legge nelle prime righe – Da tempo i docenti universitari denunciano le carenze linguistiche dei loro studenti (grammatica, sintassi, lessico), con errori appena tollerabili in terza elementare. Nel tentativo di porvi rimedio, alcuni atenei hanno persino attivato corsi di recupero di lingua italiana”.

A fronte di una situazione “così preoccupante”, sottolineano, il governo del sistema scolastico “non reagisce in modo appropriato”, segnalando poi alcuni interventi necessari per porre rimedio che passano dalla revisione delle indicazioni nazionali “che dia grande rilievo all’acquisizione delle competenze di base”, fondamentali per tutti gli ambiti disciplinari, all’introduzione di verifiche nazionali periodiche durante gli otto anni del primo ciclo e, infine, la partecipazione di docenti delle medie e delle superiori rispettivamente alla verifica in uscita dalla primaria e all’esame di terza media.

Gli italiani e i libri questi (sempre più) sconosciuti
Ma il problema, più profondo, si nota non solo nei giovani ma in tutte le fasce d’età: basta considerare alcuni parametri emersi dalle indagini Istat pubblicate di recente. Una tra queste è il numero di persone che non ha letto nemmeno un libro (dati 2015): il 58%, il restante 42% almeno uno l’ha letto “per motivi non strettamente scolastici o professionali”.

Quasi una famiglia su dieci (9,1%) non ha neppure un volume tra le mura di casa. Se si va poi a vedere i lettori “forti”, ci si rende conto che rappresentano una minoranza: le persone che leggono in media almeno un libro al mese sono, infatti, il 13,7% dei lettori, in diminuzione rispetto all’anno precedente, quando erano il 14,3%.

La cultura latita
Lo scenario è ancora più inquietante se si va a guardare nel complesso l’attività culturale degli italiani. A partire dalla spesa destinata dalle famiglie italiane alla cultura e al tempo libero, dato percentuale sulla spesa per consumi complessiva che è pari a poco meno del 7%.

In un contesto che vede la TV un autentico “idolo” cui guarda il 92,2% delle persone e, tra questi, l’86,7% con frequenza giornaliera, il 18,6% della popolazione (dati 2016) non svolge nessuna attività culturale, per quanto semplice e occasionale: a parte non aver mai visitato musei, mostre, siti archeologici o monumenti, non aver letto il giornale nemmeno una volta a settimana, né un solo libro in un anno, non è mai andato al cinema, a teatro, a un concerto, neppure a uno spettacolo sportivo o a ballare.

In evidenza

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *

Cancel reply

Ultimi Post

Top Autori

+ commentati

Video