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Mobilità a emissioni zero, le città elettriche crescono

Mobilità a emissioni zero, le città elettriche crescono

Trasporto elettrico, bici, piedi: la mobilità sostenibile si attua in città. Tra infrastrutture di ricarica che crescono e buoni esempi, in Italia si fa strada l’emobility

Cosa succede in città? Lo cantava Vasco Rossi. Beh, oggi succede che nelle aree urbane ci si muova di più senza emettere CO2. Significa Mobilità a Zero Emissioni (MEZ): ovvero con mezzi elettrici, in bici, a piedi. A Milano si tocca la quota più alta, con il 52% degli spostamenti.
L’emobility sta prendendo piede? Molto presto per dirlo, ma intanto crescono le infrastrutture di ricarica: sono 5507 in tutta Italia le colonnine per le electric vehicle e 2684 per le due ruote. Solo l’anno scorso erano la metà circa, rispettivamente 2368 e 1885. Sono alcuni dei dati raccolti nel dossier “Città MEZ”, realizzato da Legambiente e da Motus-E.

Nelle città avviene il cambiamento
Proprio il vicepresidente nazionale dell’associazione ambientalista, Edoardo Zanchini, segnala nelle pagine dell’indagine almeno tre novità nelle città italiane: «Primo, ci si muove sempre di più; secondo, più ci si muove, meno si usa l’auto di proprietà; infine, ci si muove sempre più in modo smart, connesso e intermodale». Ricorda come a Milano negli ultimi vent’anni si sia ridotto il parco auto di 100mila veicoli, pur avendo guadagnato 100mila abitanti. Ma è un trend generale: il tasso di motorizzazione in quasi tutte le città d’Italia cala o cresce meno della media, della provincia.
«Milano non è un caso isolato, né città ideale – ammette – la mappatura delle città che proponiamo ci dice che ancora è inquinata, congestionata, poco sostenibile, ma anche “tira” la volata di una vera e propria rivoluzione silenziosa della mobilità».
Da parte sua Dino Marcozzi, segretario generale Motus-E sottolinea come «l’Italia, inutile negarlo, è molto indietro rispetto ad altri Paesi europei per la decarbonizzazione dei trasporti, con il parco auto circolante tra i più vetusti dell’Unione». Tuttavia, allo stesso tempo si è voluto, con il dossier, «mostrare l’Italia che si muove, che innova, che ha il potenziale e le competenze per ricoprire
un ruolo attivo e dinamico nella transizione verso la sostenibilità».

Emobility, alcuni dati
Torniamo alle cifre e alle infrastrutture di ricarica. Dai dati forniti da Evway, si nota il primato della Lombardia: delle 5507 per auto, 1134 si trovano qui, prima regione d’Italia, ma seconda (con 499) dietro alla Toscana (699) quanto a punti di ricarica per veicoli a due ruote.
Ma le cose stanno cambiando anche in diverse altre regioni: nel 2018 erano sette quelle che contavano su colonnine per auto e cinque per quelle per moto e bici. Quest’anno nel primo caso sono salite a 13, di cui quattro con oltre 500 infrastrutture per fare il “pieno elettrico”; nel secondo sono salite a otto.
Nella classifica delle 104 città capoluogo si nota come siano 23 quelle con una percentuale di spostamenti elettrici zero emissioni (elettrici, bici, piedi) del 30% almeno. Se invece consideriamo l’accessibilità offerta da trasporto pubblico locale, sharing e bici, il numero di città pari o superiori al 30% sono 15.

Elettrostorie, esempi di mobilità elettrica in Italia
È bello vedere come la sezione Storie di mobilità elettrica contenuto nel dossier riporti numerosi esempi. Si parte da Milano, regina d’Italia nell’elettrico la cui flotta adibita al trasporto pubblico entro il 2030 sarà tutta “a spina”. Già oggi l’offerta è ricca: il 74% dei mezzi è a trazione elettrica tra metropolitana, tram e filobus. In più c’è un piano di investimenti per arrivare a dismettere entro i prossimi anni 1335 bus a gasolio e sostituirli con 1200 full electric.
Sono presenti grandi e piccole storie che parlano di buone pratiche: si veda, per esempio, il Campus di Savona, sorta di smart district con tanto di microrete energetica con tanto di due colonnine già abilitate al vehicle to grid, ovvero una connessione veicolo-rete a “doppio senso”, ovvero permette sia di caricare il veicolo utilizzando energia presa dalla rete sia di utilizzare la batteria del veicolo come fonte di energia per la rete. Si racconta anche il caso di Firenze, dove sono presenti quasi 70 taxi elettrici, grazie a un progetto avviato tra il Comune e Unione Radiotaxi d’Italia, EnelX, Nissan. C’è il caso di Ostuni (Brindisi) nelle cui strade cittadine si muovono 40 quadricicli elettrici adibiti all’uso turistico. C’è poi la flotta di mezzi elettrici per la raccolta differenziata del Comune di Alba (Cuneo), per non parlare del modello offerto dalle Province autonome Trento e Bolzano, con tremila e-car circolanti, quasi un quarto di tutt’Italia, e dove le infrastrutture turistiche sono incentivate a dotarsi di punti di ricarica tanto per le auto come per le e-bike.
Infine, citiamo il progetto della Regione Lazio per incentivare la mobilità elettrica nelle aree protette regionali; un’occasione per rendere il turismo sostenibile nei parchi.

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